Microsoft ha 20 giorni di tempo per rispondere alla accuse di pratiche anti-concorrenziali avanzate dal Governo cinese
Il Governo cinese ha imposto un ultimatum a Microsoft. Pechino, che a causa della cyberguerra con Washington non vede di buon occhio le aziende statunitensi, ha dato 20 giorni all’azienda di Redmond per chiarire la propria posizione in merito alle accuse di “non trasparenza” di alcuni suoi servizi. A luglio, il Governo aveva perquisito le sedi locali di Microsoft che da subito si era resa disponibile a collaborare.
Cina vs Microsoft
Sebbene i motivi dell’indagine dell’Antitrust cinese non siano ancora stati chiariti, pare che l’interesse delle autorità sia rivolto ad Office, Windows e Internet Explorer, il browser web preferito dagli hacker. Microsoft, che in un video su YouTube ha messo in ridicolo le capacità di Siri, ha ora meno di un mese per preparare una risposta scritta che fughi ogni dubbio di Pechino in merito a pratiche non concorrenziali per quanto riguarda il bundling di Windows e problemi di interoperabilità.
Alcuni hanno ipotizzato che le attività delle autorità cinesi siano invece finalizzate a destabilizzare le attività di nel Paese di Microsoft, che ha inserito uno strumento per il diritto d’oblio sul motore di ricerca Bing. Il Partito presto lancerà il proprio sistema operativo di Stato basato su Ubuntu e ha già annunciato che Windows non sarà più utilizzato sui PC governativi. Eliminare un concorrente importante come l’azienda fondata da Bill Gates, che tra 25 anni potrebbe diventare il primo trilionario della storia, non farà che favorire la diffusione dell’OS governativo e un conseguente maggiore controllo della Rete e delle attività dei cittadini da parte delle autorità.