Canalys Channels Forum, la distribuzione cresce

“Cloud pubblico sull’orlo di una crisi di nervi”, avverte Steve Brazier, numero uno di Canalys. Ma per il resto il canale gode di buona salute, con i vendor che continuano a coccolarlo, come è il caso di HP e Lenovo

Cannes – Consueto appuntamento di inizio autunno con il Canalys Channels Forum, quest’anno in una Costa Azzurra sempre all’altezza della propria fama. E alla propria fama si è attenuto anche Steve Brazier, CEO e presidente di Canalys, nel delineare l’attuale scenario del mercato ICT e del ruolo delle terze parti. Col suo keynote di apertura ha catturato una volta di più l’attenzione della nutrita platea di vendor, partner e clienti intervenuti all’evento, spaziando a tutto campo ed esprimendosi talvolta con brutale franchezza. Non è mancato un ammonimento anche per i giornalisti, invitati a “smettere di scrivere articoli negativi”, in quanto “il canale è vivo e vegeto”. E in effetti, a giudicare dall’intensità dei lavori nella due giorni di Cannes, dal 23 al 25 settembre, non si può certo dare torto a Brazier. Che ha comunque ricordato con qualche istantanea alcuni dei trend del momento: “il mercato dei server Windows è tuttora debole, mentre si assiste a un boom dello storage su flash e si nota un calo del 30% anno su anno nelle acquisizioni”. Allargando il discorso, Brazier ha parlato anche del sentiment non propriamente favorevole del mercato russo e dell’atteggiamento negativo della Cina nei confronti dei vendor Usa.

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Sicurezza al primo posto per i CIO

Tornando all’IT, il numero uno di Canalys ha tenuto a sottolineare quello che è emerso prepotentemente dalle più recenti indagini: la preoccupazione principale di tutti i CIO è oggi la sicurezza, ricordando anche alcuni esempi come il caso degli Stati Uniti, dove sono stati sottratti i dati relativi alle carte di credito, creando problemi al sistema, “anche se questo dovrebbe influenzare meno l’Europa, dove è da tempo implementato il sistema di sicurezza via chip”, ha fatto notare Brazier, aggiungendo che “sempre in Europa, continua a crescere la consapevolezza di voler mantenere l’archiviazione dei dati all’interno dei singoli Paesi, anche per evitare eventuali conflitti di giurisdizione in caso di problemi. C’è anche un lato positivo: Silicon Valley si è accorta di questo aspetto dei dati e comincia a non considerarlo più solo europeo, come è dimostrato dal nuovo iOS, il sistema operativo Apple, che adesso prevede la crittografia dei dati direttamente sul dispositivo”.

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L’incognita del cloud pubblico

Quello del cloud però non è solo un problema di dove sono archiviati i dati: secondo Steve Brazier si tratta di un mercato che sta cambiando molto, come dimostra il fatto che “negli ultimi 12 mesi vi sono state molte novità, e i grandi vendor come IBM, HP e Cisco hanno ora una solida strategia cloud, anche se non c’è una sola risposta per il cloud, che va visto sempre come un mix tra privato, pubblico e ibrido. Ma soprattutto va rivista la dinamica dei servizi di cloud pubblico: finora sono stati spesi centinaia di milioni di dollari nelle infrastrutture ma non si ha ancora notizia di profitti. Amazon Web Services sta producendo solo perdite, e vede assottigliare i suoi ricavi dalla guerra dei prezzi in atto. Il problema è che Amazon ha solo 5 miliardi di dollari in riserve cash, mentre Google ne ha 62 e Microsoft 86: solo queste ultime due possono resistere a lungo se il mercato dovesse crollare, analogamente a quanto è successo qualche anni fa con le banche”. Uno scenario forse un po’ cupo, quello descritto da Brazier, che infatti, proseguendo nel suo intervento, ha tenuto a sottolineare che “potremmo sbagliarci, ma tutto può essere. E, data questa instabilità, riteniamo di non raccomandare servizi di public cloud senza accertarsi della situazione finanziaria del fornitore”.

Nuove opportunità

Ottime opportunità continuano invece a prospettarsi nell’ambito dei Managed Services, quei servizi gestiti che oggi “ormai riguardano tutto, anche i servizi di stampa, la sicurezza, i PC e molto altro: è un trend molto rilevante e tutti vogliono esserci. Ma una cosa è chiarissima: per gli operatori del canale è meglio andare sui managed services invece di lavorare come reseller di servizi cloud”, ha spiegato Brazier. Che ha concluso il suo applauditissimo keynote citando alcuni fattori di sviluppo molto promettenti, come i droni, le stampanti 3D, i robot e le tecnologie indossabili.

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L’impegno di HP…

L’evento organizzato da Canalys continua ad attrarre i vendor di rilievo, che infatti a Cannes erano schierati in forze, con HP, IBM, Cisco, Lenovo, EMC in prima fila. Per HP è intervenuta Meg Whitman in persona: la numero uno mondiale è stata intervistata sul palco da Steve Brazier, cogliendo l’occasione per ribadire alcuni dei concetti alla base della nuova strategia HP, mostrando molta verve e ricevendo sinceri apprezzamenti da parte della platea. Oltre a ricordare che “entro la fine di quest’anno faremo un annuncio rivoluzionario nel campo delle stampanti 3D”, Meg Whitman ha battuto molto sul tasto del cloud, citando “il nostro impegno nel cloud ibrido e nell’Open Stack: come HP intendiamo anticipare dove va il settore, e pensiamo che Open Stack sarà molto importante. Per questo, abbiamo creato la nuova linea cloud HP Helion, interamente open stack, con la quale crediamo di poter dare il massimo della fiducia sia ai nostri partner sia ai nostri clienti. Perché se sei un’azienda di una determinata dimensione, non ti rivolgi a AWS o Azure, ma vieni da noi”.
L’impegno di HP nei confronti del canale è stato una volta di più riaffermato dall’annuncio, fatto proprio durante l’evento di Cannes, degli ulteriori miglioramenti apportati alla piattaforma HP Unison e alle altre piattaforme di demand generation, che garantiscono supporto end-to-end per tutto il ciclo di marketing e di vendita. Paolo Delgrosso, a capo del canale in casa HP Italia, in una conversazione informale con Data Manager, ha tenuto a sottolineare che “queste modifiche a Unison, che vedranno ulteriori annunci nei prossimi mesi, nascono proprio dall’ascolto dei nostri Partner, effettuato in collaborazione con Canalys. Concentrandoci su ciò che è rilevante per loro, abbiamo provveduto a proporre un accesso online semplificato a nuove risorse ottimizzate, che consentono ai Partner di ampliare il business, tracciare i corrispettivi e sviluppare piani congiunti”.

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…e quello di Lenovo

Francois Bornibus, vice president e COO per l’area EMEA di Lenovo, ha invece spiegato i programmi per quanto riguarda l’ambito server: “intendiamo sparigliare le carte nel mercato enterprise, che finora è stato dominato da pochissimi, e l’acquisizione dei server x86 da IBM ci fornisce tutta la spinta necessaria”. Non a caso, il suo intervento è stato fatto insieme ad Adalio Sanchez, attuale general manager x86 di IBM ma in procinto di passare armi e bagagli in Lenovo, “con 7.000 professionisti IBM che verranno con me e con tutti i Partner che già abbiamo, per apportare in questa nuova sfida i 30 anni di innovazione IBM, che costituisce una combinazione sicuramente vincente insieme alla tradizione di massima efficienza di Lenovo. Al mercato proponiamo una strategia molto semplice che si riassume in una sola parola: crescita”. Proprio quella parola che tutti i presenti a Cannes desiderano sempre sentire.