Il lato oscuro degli indossabili: chi causa un incidente mentre usa lo smartwatch rischia grosso. Fino a 2 anni nel Regno Unito
Ora che il panorama delle tecnologie indossabili comincia davvero a popolarsi, la legislazione avrà un bel po’ da fare. Dopo le critiche mosse ai Google Glass e ai vari divieti comparsi un po’ in tutte le parti del mondo, ecco un’altra tegola per i wearable. Ad andare sotto i riflettori questa volta è il nuovo Apple Watch, oggetto del desiderio di tanti fan della tecnologia ma anche possibile causa di distrazione alla guida. L’annuncio dello smartwatch qualche giorno fa ha riaperto il dibattito sui pericoli dell’utilizzo di oggetti elettronici in situazioni dove mantenere alta l’attenzione è indispensabile, come alla guida di un’auto. Così il Dipartimento dei Trasporti britannico ha confermato che l’uso degli smartwatch mentre si conduce un veicolo sarà trattato dalla polizia nello stesso modo delle altre violazioni del codice della strada, nello specifico quelle che riguardano gli smartphone.
Cosa si rischia
I guidatori distratti per colpa dell’Apple Watch (e di tutti i modelli concorrenti) potrebbero finire in prigione per ben due anni se il loro comportamento viene considerato la causa principale di un incidente fatale. Nella migliore delle ipotesi invece gli autisti verranno sanzionati con una multa di 100 sterline e tre punti in meno sulla patente quando verranno colti in fallo. Il Dipartimento ha spiegato che sarà al fianco della giustizia per capire quanto peso avrà avuto lo smartwatch durante un incidente e se la distrazione possa essere attribuita del tutto, o in parte, agli occhi fissi sul suo display. Per adesso in Italia non ci sono indicazioni del genere sull’uso degli smartwatch. La sensazione è che l’Europa possa allinearsi su misure simili per contrastare il sempre elevato numero di sinistri causati dalla tecnologia in auto. Un dato di giusto un anno fa parlava chiaro: in Italia un incidente mortale su quattro è stato causato dalle mani sul cellulare invece che sul volante.