Nella capitale inglese si esplorano le frontiere di una delle tecnologie più “disruptive”, dal manufacturing alla medicina, dal cibo al design
Al 3D Printshow di Londra di quest’anno, esposizione sulle tecnologie di stampa tridimensionale con approfondimenti e seminari tenuti da esperti del settore, si è parlato di temi cogenti, incluse le trasformazioni per il business e le previsioni per il futuro. Andy Middleton, VP Stratasys, azienda leader nei sistemi di stampa 3D, ha parlato dello scenario attuale della tecnologia e dei probabili sviluppi che vedremo tra non molto. “Ci vorrà del tempo prima che queste macchine rivoluzionarie diventino oggetti di uso comune in ogni casa, ma ormai si è avviato un processo irreversibile che porterà a grandiose innovazioni”, ha sottolineato Middleton. La tecnologia alla base del nuovo tipo di stampa è caratterizzata da tre elementi di fondo: permette di produrre in modo personalizzato, aumenta il livello qualitativo di lavori monotoni come la finitura di elementi meccanici per determinati settori industriali, e consente una grande flessibilità produttiva. “In futuro l’intero processo manifatturiero verrà modificato dalla stampa tridimensionale, che permette di produrre on-demand, just in time, solo dove e quando serve. Questo si tradurrà in enormi risparmi di tempo e risorse, che determineranno con ogni probabilità il successo definitivo del nuovo modello”. I fattori abilitanti per l’affermazione del 3D printing sono invece “l’educazione a usare la tecnologia già a scuola, lo sviluppo di macchine in grado di costruire oggetti più velocemente e secondo standard ancora superiori, e lo sviluppo dei materiali adatti a questo tipo di produzione”. In campo medico si hanno forse i risultati più sorprendenti, con la realizzazione di protesi e arti artificiali che possono davvero trasformare la vita delle persone.
“Shift 2020”, il mondo che verrà
Rudy De Waele, thought leader e consulente tecnologico di numerose imprese, ha invece parlato di “Shift 2020”, il nuovo paradigma destinato a imporsi da ora al prossimo decennio. “Dopo l’era dell’informazione, stiamo ora assistendo alla nascita dell’era del cliente, con una serie di cambiamenti profondi nel modo di fare business”. La massimizzazione del profitto, l’offerta standardizzata di prodotti e servizi ed i clienti intesi solo come “target” delle aziende sono ormai criteri obsoleti, sostituiti dall’esigenza di rendere sempre più accattivanti, e quindi anche credibili, i brand, dall’offerta personalizzata della propria gamma di prodotti e dall’ascesa di un nuovo tipo di cliente, spesse volte molto informato e con esigenze precise. E che ora, in molti casi, può addirittura fisicamente crearsi da sé i prodotti che fino a poco fa avrebbe dovuto acquistare dalle aziende. “Gartner sostiene che ci vorranno ancora alcuni anni perché la stampa 3D decolli, ma io non sono del tutto d’accordo. Ormai la tecnologia sta diventando così pervasiva che vedremo delle svolte nell’utilizzo della stampa tridimensionale prima di quanto si possa credere”. I campi di applicazione sono molti: dalla robotica all’architettura, dal fashion all’automotive, dall’industria dell’intrattenimento all’arte e al food, passando dal make up… “La medicina ormai ricorre alla stampa tridimensionale per ricostruire organi o parti del corpo umano a partire dalle cellule dell’individuo. Questi avanzamenti sono davvero impressionanti, e fanno apprezzare ancora di più le potenzialità della nuova tecnologia”.
Tra opportunità e rischi, cosa cambia per le imprese
Liri Andersson, fondatrice di This fluid world, ha parlato dei vantaggi insiti nella stampa 3D ma anche dei potenziali rischi che il tradizionale sistema produttivo si trova ad affrontare in conseguenza della rivoluzione tecnologica che sta prendendo piede. “La possibilità di utilizzare a proprio vantaggio questo metodo di stampa per creare valore aggiunto in modi prima impensabili, è davvero straordinaria. D’altra parte vi è il rischio che l’azienda, in qualunque settore, perda centralità nel processo di produzione, con la conseguenza di una crisi di tutto il sistema di business”. Democratizzare la creazione del valore, risultato implicito se i consumatori potessero davvero arrivare a produrre in modo autonomo tendenzialmente qualsiasi bene di cui hanno bisogno, in fondo scardinerebbe il sistema stesso del mercato. “Sono giunta ad elaborare una scala, articolata in sette livelli, per descrivere il grado di maturità delle imprese nell’abbracciare il 3D printing: si va dalla non consapevolezza di ciò che essa comporta, alla sottovalutazione della tecnologia, infine alla sua accettazione”. Meglio quindi prepararsi a cambiare, se necessario, la propria “value proposition” per restare competitivi in un mondo in trasformazione…
Videointerviste dalla sala esposizione
La stampa tridimensionale vista da vicino. Videointervista a James Blackburn, Express Group
“La macchina stampa in 3D a partire da un foglio appositamente preparato, che viene inserito nella stampante per procedere alla composizione dell’oggetto reale. Gli strati dell’oggetto vengono incollati insieme, uno sull’altro, creando così il prodotto finito. Abbiamo esposto alcuni esempi degli oggetti stampati, in modo da far meglio capire il grado di fedeltà e la precisione delle riproduzioni”.
Droni – anche giocattolo – e stampa 3D. Tecnologie innovative convergono? Videointervista a Vernon Kerswell, CEO e founder, Extreme Fliers
“Micro Drone 2.0 è una nuova generazione di droni giocattolo, interamente composti da elementi modulari. Possiamo customizzare l’oggetto, ad esempio stampando in 3D una forma nuova da applicargli in modo da modificarne l’aspetto. Il drone è dotato di telecamera e le varie parti di cui è composto sono facilmente realizzabili anche con una stampante tridimensionale. Il telecomando per pilotarlo a distanza ha un raggio d’azione di circa 120 metri”.