Tre ragazzi romani hanno fondato una startup con un sogno: comandare lo smartphone con un soffio
Ma non solo, anche gesti in aria, schiocco delle dita e tanto altro. L’importante è non usare le mani: letteralmente “touchless” vuol dire fare a meno di toccare lo schermo per compiere qualsiasi azione. Dall’aprire l’app per le email al navigatore satellitare fino, è il caso di altri oggetti tecnologici, al premere il tasto sul telecomando per cambiare canale. Tra qualche anno queste semplici operazioni quotidiane potrebbero non servire più visto che i gadget hi-tech potranno rispondere ad input diversi da quelli attuali, non necessariamente basati sul “tocco”.
Futuro innovativo
Lo scopo della startup Snapback è di rendere più semplice l’interazione delle persone con i dispositivi digitali, e non solo. La piattaforma di Snapback non farebbe nemmeno uso di chip particolari o “magici” ma di quelli già presenti sui dispositivi, come i sensori di prossimità, giroscopio, accelerometro, per gestire in maniera diversa lo spazio intorno allo smartphone o tablet. Il sistema sarebbe simile a quello del Kinect o al Leap Motion, secondo cui l’ambiente circostante viene “ridefinito” con una scatoletta in grado di tradurre i movimenti in azioni da far compiere al computer. In teoria Snapback dovrebbe dotare la tecnologia mobile odierna di questo passo in più per consentire di usare gesti e suoni al posto dei tocchi sullo schermo; ditate comprese.
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