NSA: gli archivi dei guardoni digitali

Non solo file importanti per la sicurezza nazionale ma anche foto osé e lettere d’amore nei database della National Security Agency

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Non v’è dubbio che nella mole di lavoro di “scouting” con cui la NSA traccia i cittadini di tutto il mondo vi siano delle notizie realmente utili per la lotta al terrorismo. Il problema è: quanto bisogna scavare prima di trovarle? La notizia delle ultime ore è che la NSA avrebbe raccolto e memorizzato nei suoi archivi anche contenuti strettamente personali e assolutamente estranei, e inutili, per qualunque indagine. Si tratta di lettere d’amore, foto osé, chat tra amanti ed estratti di problemi finanziari dei navigatori della rete che, ignari, credevano di poter condividere i loro malesseri solo con l’amico dall’altra parte dello schermo.

Il naso della NSA

Seppur i federali possano affermare che all’interno di un’indagine tutto “fa brodo”, ovvero qualunque materiale relazionato ad un indagato può essere utilizzato per i fini di ricerca, è chiaro che si sia andati oltre; ma questo lo scriviamo oramai da un anno. Il problema non sembra essere solo il monitoraggio, quanto più il fatto che ogni singola intercettazione “extra” veniva comunque conservata sui server della NSA, seppur non portasse informazioni aggiuntive ai casi aperti (o da avviare). Secondo il Washington Post, che ha per primo diffuso la notizia, si tratta di un metodo invasivo e privo di alcun fondamento pratico ai fini della difesa nazionale. Sulla National Security Agency pende quindi un’ulteriore accusa, come se non bastasse quella che racconta come su 10 account violati in passato, 9 appartenevano a cittadini statunitensi che, secondo la legge,  non potrebbero essere spiati senza un mandato del Fisa.

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