L’Italia di Renzi, Telemaco e i selfie: parte la satira su Twitter

L’Italia di Renzi, Telemaco e i selfie: Twitter si scatena con la satira.

E’ con un discorso ‘a braccio’ infarcito di citazioni di letteratura classica che Matteo Renzi interviene all’europarlamento a Strasburgo per il semestre italiano: il premier sottolinea che la nostra è la “generazione Telemaco”

E poi aggiunge che quelli che “come me non avevano ancora 18 anni quando è stato siglato il trattato di Maastricht, hanno il dovere di riscoprirsi Telemaco e meritarsi l’eredità dell’Europa”. Un invito a “riscoprirsi eredi”, rinnovando la conquista “dell’Europa giorno per giorno”.

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Un selfie con il figlio di Ulisse?

Queste le parole di Renzi: “La nostra generazione è come quella di Telemaco, il figlio di Ulisse e Penelope narrato da Omero nell’Odissea. Dobbiamo fare come lui. Dobbiamo essere eredi, prendere la tradizione da cui veniamo e darla ai nostri figli”
Tuttavia la citazione del premier al personaggio omerico figlio di Ulisse e la metafora sull’eredità dei padri, hanno com’era prevedibile scatenato l’ironia del popolo degli internauti, che sull’argomento ne ha cinguettate di tutti i colori, strappando sicuramente non poche risate. Del resto, gli utenti di Twitter sono particolarmente avvezzi ai commenti sul premier tra il positivo e il sarcastico, basti pensare al record di tweet registrato in occasione della fiducia del Senato.
Se oggi facessimo un selfie – ha detto il premier – che immagine verrebbe fuori? L’Europa oggi mostrerebbe il volto della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione, della noia”.  La vera grande sfida “che ha di fronte il nostro continente è ritrovare l’anima e il senso profondo del nostro stare insieme”.
Certo tirare in ballo l’argomento “selfie” non potrebbe risultare più attuale, ma qualcuno sembra non aver capito bene: “dobbiamo fare un selfie con Telemaco e mandarlo a Schultz?” – si chiede l’utente Gesù Cristo su Twitter.

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La generazione Telemaco ha ironia da vendere

Renzi attinge all’Odissea per parlare di Europa e spiega che se il Vecchio Continente è rappresentabile come uno stanco Anchise (il padre che Enea trasse in salvo portandolo sulle proprie spalle) che grava sugli Stati membri, quelli che “come me non avevano ancora 18 anni quando è stato siglato il trattato di Maastricht hanno il dovere di riscoprirsi Telemaco e meritarsi l’eredità dell’Europa”. E’ stato questo soprattutto il passaggio che ha fatto partire il fiume di cinguettii ironici. Il premier ha anche indicato in “coraggio e orgoglio” le parole chiave del semestre Ue a guida italiana, affermando che l’Europa “non deve essere solo un’espressione geografica ma un’espressione dell’anima”.