All’orizzonte del settore Ict si profila, dopo anni di decrescita, la prospettiva di un’inversione di tendenza. A fine 2014, il trend degli investimenti in Ict dovrebbe passare da -4,4% registrato a fine 2013 a + 0,6%, tornando a crescere
Agostino Santoni, presidente Assinform: “La sfida del recupero del gap digitale si è riaperta. Se il miglior modo di disegnare il futuro è crearlo, ora è il momento di impegnarsi investendo sull’innovazione a tutto campo per cambiare il Paese. Il Digital Venice ha dato il la politico, l’industria It farà la sua parte mettendo in campo le migliori capacità del sistema”.
All’orizzonte del settore Ict si profila, dopo anni di decrescita, la prospettiva di un’inversione di tendenza. A fine 2014, il trend degli investimenti in Ict dovrebbe passare da -4,4% registrato a fine 2013 a + 0,6%, tornando a crescere. La stima è di Assinform, l’associazione delle imprese dell’Information Technology di Confindustria, che questa mattina a Firenze ha presentato il suo 45° Rapporto realizzato in collaborazione con NetConsulting.
L’IT innovativa traina la domanda digitale
“Se pur tra evidenti difficoltà e resistenze, l’innovazione digitale sta contribuendo ad aprire nuovi scenari in Italia – ha dichiarato il presidente di Assinform Agostino Santoni, – A fine 2013, infatti, le componenti più innovative del mercato legate ad un uso diffuso e avanzato del web, cloud, servizi mobili, pagamenti elettronici, e-commerce, sicurezza, Internet delle cose, soluzioni di integrazione estesa in rete, piattaforme di gestione avanzate, hanno raggiunto un volume di circa 13 miliardi di euro. Si tratta, è vero, di una fetta ancora minoritaria per un settore che totalizza oltre 65 miliardi di euro l’anno, ma va considerato che l’accelerazione verso il cambiamento che queste componenti inducono nell’economia è molto forte, con effetti moltiplicatori e risultati in tempi sorprendentemente rapidi”.
Secondo il Rapporto Assinform oggi conta la capacità di sviluppare un ecosistema digitale, legata a doppio filo proprio alle nuove aree ICT. E queste in Italia mostrano dinamiche incoraggianti. Il cloud esprime un mercato ancora nascente (poco più di 750 milioni nel 2013), ma in forte crescita (+32,2%). Quanto ruota attorno alle nuove modalità di raccolta e utilizzo di dati è in movimento (le applicazioni connesse alla gestione dei dati cubano alcune centinaia di milioni; parte del mercato della sicurezza, nell’insieme pari a circa 760 milioni, riguarda ancora la protezione dei dati; le applicazioni analitiche valgono quasi 460 milioni). L’e-commerce, dopo gli 11,3 milioni del 2013 (+18%), ne promette 13,2 per il 2014 (+17%). L’Internet delle cose, ove i più diversi oggetti (in ambito industriale, logistico, veicolare, domestico, energetico-ambientale) acquisiscono funzionalità proprio grazie alla capacità di rilevare e scambiare dati, ha espresso nel 2013 un mercato di 1.430 milioni (+13%), atteso crescere ancora.
Ora è indispensabile avere la piena percezione delle opportunità che si vanno creando. – ha affermato Santoni – Le tecnologie del cloud computing, ad esempio, possono consentire alle PMI di accedere a costi contenuti ad applicazioni evolute e alla cooperazione nell’ambito di distretti e filiere; per la PA rappresenta una via fondamentale per superare la frammentazione degli asset, realizzando funzionalità avanzate a tutti i livelli centrali e locali, innovando e razionalizzando i processi”.
L’innovazione per rilanciare il Paese
“In questo senso vanno anche le recenti prese di posizione del Governo Renzi, che in occasione di Digital Venice ha dichiarato come solo l’innovazione possa rilanciare il Paese, che deve ambire a ritrovare un ruolo di leadership in Europa – ha continuato Santoni – Ci aspettiamo azioni conseguenti, a partire dall’attuazione dei progetti di digitalizzazione connessi all’Agenda Digitale, che hanno grande impatto nel Paese come l’identità digitale, l’anagrafe unica, il fascicolo sanitario elettronico, la scuola digitale, i pagamenti e la fatturazione elettronica, solo per citarne alcuni. Da parte sua Assinform metterà a disposizione il know how e le migliori competenze delle proprie imprese in un’ottica di partnership con le istituzioni interessate dalla digitalizzazione. Allo stesso tempo il nostro impegno è massimo nell’aiutare le Pmi a cogliere le nuove opportunità con azioni sul territorio. Oggi le piccole imprese contribuiscono a più della metà del Pil e al 65% dell’occupazione, ma solo soltanto al 24% della domanda business di ICT. Il nostro obiettivo è ribaltare questo rapporto. Sono obbiettivi sfidanti ma possiamo raggiungerli e siamo pronti a farlo”.