In Italia i Neet, gli under 30 che non lavorano né studiano, sono 2,4 milioni. Questi giovani si sentono molto meno felici e fiduciosi dei coetanei che non vivono la loro situazione
Si allargano le fila dei cosiddetti Neet, gli under 30 che non studiano né lavorano. I numeri del “Rapporto Giovani” stilato dall’Istituto Toniolo, realizzato in collaborazione con Ipsos e finanziato da Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo, dicono che sono 2,4 milioni gli individui in questa situazione, pari al 26% dei ragazzi italiani tra i 15 e i 29 anni. Rispetto ai livelli pre-crisi (2007) il numero dei Neet è cresciuto del 7%. In Europa, secondo l’Eurostat, solo Bulgaria e Grecia registrano cifre più elevate.
I Neet sono infelici e meno fiduciosi
Il “Rapporto Giovani” ha preso in considerazione tra il 2013 e l’inizio del 2014 un campione di 2.350 giovani fra i 19 e i 29 anni. Lo studio ha anche messo in luce che il 50% dei ragazzi e il 30% delle donne Neet si sentono infelici contro il 75% degli studenti/lavoratori che si dice soddisfatto della sua situazione. I Neet sono anche meno fiduciosi nei confronti degli altri e delle istituzioni. In una scala da 1 a 10, i ragazzi che non studiano né lavorano ha dato in media un voto di 4 a Scuola Università contro il 4,8 espresso dai “non Neet”.
A febbraio di quest’anno sono avvenute le premiazioni di Meet No Neet, il programma realizzato da Fondazione Mondo Digitale per aiutare gli studenti che non vogliono sentirsi emarginati.