Come realizzare un buon piano di Disaster Recovery

A cura di Marco Grassi, Responsabile Data Center Aruba

Le organizzazioni IT sempre più spesso si trovano a dover affrontare i problemi legati alla necessità di proteggere le applicazioni critiche e l’infrastruttura tecnologica dalle diverse cause di downtime. Gli eventi disastrosi sono inevitabili e spesso imprevedibili per cui un’adeguata soluzione di Disaster Recovery rappresenta una forma di assicurazione per la protezione delle risorse IT, per i dati che custodisce e per i processi aziendali che supporta, proprio come una polizza assicurativa efficace: il Disaster Recovery ideale deve garantire la massima protezione al minor costo e ridurre al minimo i problemi.

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Un’importante perdita di dati è un evento estremamente dannoso ed a volte può rendere problematica la stessa sopravvivenza dell’azienda. Senza un adeguato sistema che metta al riparo da eventi imprevisti, le conseguenze possono essere estremamente spiacevoli. La soluzione deve essere adeguata ai rischi che l’azienda corre con il proprio modello di business e nel proprio contesto di mercato, senza appesantirsi eccessivamente di costi.

Il presente articolo illustra l’approccio generale alla definizione di un adeguato sistema di Disaster Recovery per la clientela business enterprise, sulla base di tre possibili scenari:

1. cliente che ha già la sua infrastruttura e vuole un DR su un’infrastruttura fisica
2. cliente che ha già la sua infrastruttura fisica e vuole un DR sul Cloud
3. cliente che non possiede alcuna infrastruttura e vuole un DR 100% Cloud based

Disporre dei migliori sistemi e processi di Disaster Recovery è indispensabile per chi fornisce il servizio e rappresenta una garanzia per il cliente.

Nella realizzazione di un buon piano di DR occorre:

– Definire i processi e le procedure di emergenza per la dichiarazione del “Disastro” e l’attivazione del sito di DR

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– Accertarsi che tutti i servizi ed i dati critici siano ridondati sul sito di DR

In via generale non è possibile definire una soluzione standard di DR applicabile a tutte le realtà di business. Ogni cliente va visto come un caso a sé stante e nella definizione di un piano di DR va tenuto conto delle sue specifiche esigenze. Bisogna considerare ogni attività come “soluzione a progetto”, da studiare insieme al cliente.

Fase di pre-analisi

Vengono identificati i possibili rischi e le probabilità relative. La scelta del sistema di DR da implementare parte dall’obiettivo che si desidera raggiungere e cioè dal livello di servizio da assicurare. Questo viene determinato attraverso due obiettivi di ripristino:

• RTO (Recovery Time Objective): il tempo che intercorre tra un’interruzione e il ripristino delle operazioni.

• RPO (Recovery Point Objective): il momento in cui i dati ripristinati sono stati salvati e riflette la massima quantità di dati che verranno persi durante il processo di ripristino.

Definizione della soluzione di DR

1) Cliente che ha già la sua infrastruttura fisica e vuole un DR su infrastruttura fisica

Viene attivata un’infrastruttura fisica presso il data center prescelto, in grado di replicare ed erogare tutti o parte dei servizi del cliente. Si tratta di definire e configurare il giusto dimensionamento sulla base della infrastruttura esistente e secondo le priorità di ripristino dei servizi. Entrano in gioco elementi importanti quali le specificità dei servizi del cliente.

Schema di esempio:

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Vantaggi: risorse fisiche dedicate completamente al cliente, maggiore capacità computazionale

2) Cliente che ha già la sua infrastruttura fisica e vuole un DR sul Cloud

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La scelta del sito di Disaster Recovery può ricadere sull’attivazione di un’infrastruttura Cloud privata, quindi dedicata esclusivamente al cliente, o pubblica, dove le risorse sono garantite ma condivise. In entrambe le soluzioni l’architettura IT in questione sarà localizzata all’interno di uno dei data center prescelti dal cliente, con possibilità di scegliere un data center italiano o una struttura situata all’estero.

Schema di esempio:

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Vantaggi: La virtualizzazione consente di ottimizzare l’architettura in termini di hardware necessario sul sito di DR e semplifica le operazioni di ripristino, sia in caso di effettivo disastro, sia di test delle procedure di DR.

3) Cliente che non possiede alcuna infrastruttura e vuole un DR 100% cloud based

E’ possibile definire una infrastruttura virtuale per entrambi gli ambienti (primario-produzione e secondario-Disaster Recovery) utilizzando un network di datacenter. A seconda delle specificità del progetto potrà essere conveniente realizzare un Cloud privato o pubblico.

Schema di esempio:

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Vantaggi: Massima flessibilità sul Cloud pubblico che si traduce nella possibilità di modificare il dimensionamento dell’infrastruttura sulla base di esigenze anche momentanee. Si ha lo stesso livello di flessibilità sia per l’ambiente di produzione sia per quello di DR. Nel caso si scelga una piattaforma pubblica si otterranno grandi benefici in termini di contenimento dei costi e di scalabilità. Nel caso si tratti di un’infrastruttura privata il maggiore vantaggio sarà relativo alle performance garantite dall’ambiente dedicato.

Sia a livello applicativo che di storage è possibile automatizzare e semplificare il fail over delle macchine virtuali, accelerando il processo di Disaster Recovery.