Il Cnr ha sviluppato una tecnica chiamata Capnophilic Lactic Fermentation che permette di produrre energia elettrica tramite la fermentazione di scarti organici realizzati da particolari batteri
Il Consiglio nazionale delle ricerche (Icb-Cnr) di Pozzuoli ha scoperto un nuovo utilizzo dei batteri per produrre energia. Il team guidato da Angelo Fontana ha utilizzato un processo chiamato Clf (Capnophilic Lactic Fermentation), che permette di catturare l’anidride carbonica tramite la fermentazione di materiali organici di scarto realizzata da batteri. Al momento questa tecnica è utilizzata solo a scopo scientifico ma in futuro non si esclude un suo uso industriale.
Batteri per produrre energia dalla CO2
La Clf, spiega Fontana, ha tre vantaggi: ” la produzione di energia pulita, la cattura dell’anidride carbonica e il recupero di materiali di scarto”. Il processo prevede l’utilizzo di un batterio estremofilo, chiamato Thermotoga neapolitana, che produce idrogeno attraverso la fermentazione di substrati organici, compresi gli scarti dell’industria alimentare. Il gas viene poi utilizzato per la produzione di energia elettrica.
Il riutilizzo degli scarti per cercare nuovi combustibili green è diventato di grande interesse per gli scienziati. In Italia è stato sviluppato un sistema chiamato Megaris che sfrutta la combustione delle biomasse per l’alimentazione domestica. Nel depuratore di Milano, invece, è in atto il progetto “Luce Bioelettrica“, che prevede l’utilizzo di particolare batteri che producono energia elettrica tramite la degradazione dei rifiuti organici.