Pubblicate le regole che aziende e fornitori devono seguire per la stipula di contratti per i servizi sulla nuvola. Basta confusione
La Commissione europea ha pubblicato le linee guida per l’accesso ai servizi di cloud, offerti da aziende e fornitori. Si tratta di un documento essenziale per la regolamentazione di una piattaforma su cui, ancora oggi, vige molta confusione. L’UE ha così messo in moto un preciso percorso di informazione partendo dall’istituzione di un gruppo di lavoro, chiamato Cloud Select Industry Group, presso l’European Cloud Strategy, fondato per studiare il panorama del cloud, soprattutto quello rivolto alle aziende.
Coro di voci
Alla stesura della guida hanno collaborato aziende del settore come ATOS, IBM e ENISA, che hanno permesso di realizzare un vademecum specifico, che lascia ben poco spazio ad interpretazioni varie, come spesso succede oggi. Si tratta del primo passo verso una maggiore standardizzazione dei contratti, utilizzando concetti e misure di rilevamento comuni che possano valere a livello nazionale ed internazionale. Il documento mette in evidenza della parti essenziali per il corretto svolgimento di un contratto di fornitura di servizi sul cloud come: il livello di sicurezza, il supporto, qualità dei servizi offerti, e così via. Che si tratti di un passaggio chiave verso l’adozione globale del cloud è evidente.
Il parere della Commissione
Lo sa bene Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale, che ha detto: “E’ la prima volta che i fornitori di cloud aderiscono a linee guida globali per definire gli accordi sul servizio. Di tale scelta ne beneficeranno in particolare le PMI, che avranno a disposizione il documento quando cercheranno i servizi di cloud sul mercato”.