TOP 10 CIO PRIORITIES

Nuove opportunità e sfide globali. Come sta cambiando il ruolo dei chief information officer? L’innovazione ha un impatto diretto sul loro modo di essere e fare il CIO, ma con quali effetti all’interno dell’organizzazione? Nelle grandi imprese lavorano in staff con i CEO, siedono nei consigli di amministrazione e contribuiscono attivamente al processo decisionale. In altre situazioni, i CIO sono esclusi dalla governance aziendale, sono ridotti al rango di puri esecutori e sono quasi una patch in modalità service. Tra esercizio di equilibrismo contabile e decisionale, la sfida principale per i CIO è di promuovere l’innovazione attraverso la tecnologia. Come conciliare la pressione dei budget, il livello delle risorse disponibili, le competenze tecniche e le scelte di business? La messa a regime dei sistemi informativi è la prima necessità. La seconda priorità sono i progetti utility-oriented in grado di mantenere “accese le luci” e quelli business-oriented in grado di mandare avanti l’azienda. Queste due priorità bastano da sole – quasi sempre – a esaurire il tempo e i budget a disposizione dei CIO. E in questo caso, i responsabili dei sistemi informativi devono reinventare le iniziative destinate alla creazione di nuovo valore

 

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Dossier Top 10 CIO PrioritiesTerza piattaforma, enterprise architecture come hub della social enterprise, cambiamento delle logiche di budget, rivoluzione ed evoluzione del ruolo dei chief information officer all’interno delle organizzazioni aziendali: sono questi i trend – per menzionare solo i principali – che emergono dalle analisi degli specialisti. Non si tratta di curve e grafici su un pezzo di carta che tentano di dare forma a concetti astratti lontani dalla realtà a uso esclusivo degli addetti ai lavori. Siamo davanti a un cambiamento in atto che coinvolge direttamente le divisioni aziendali, le business unit e i manager che ne fanno parte. Si tratta di un cambiamento vissuto sulla pelle dei CIO. Data Manager, con il contributo di 250 CIO e IT manager italiani e stranieri, vuole fare il punto della situazione, raccontando storie ed esperienze vissute sul campo, per mettere in luce scelte e priorità tecnologiche – una volta tanto – lontano dalle mode del momento. Dai CIO interpellati, emerge una sostanziale convergenza di quattro principali scelte prioritarie che IDC identifica nel modello conosciuto come “terza piattaforma”. Inoltre, dalle classifiche di ogni settore di mercato preso in considerazione, emerge come prioritario il recupero di competitività e l’utilizzo dell’innovazione tecnologica come fattore strategico per la crescita del business.

 

VERSO LA TERZA PIATTAFORMA

Per meglio comprendere i contesti operativi e i vincoli decisionali della realtà italiana, partiamo approfondendo il focus grazie alla guida esperta di Giancarlo Vercellino, research manager di IDC, il quale ha curato per Data Manager uno studio sulla “navigazione perigliosa nella tempesta perfetta dell’IT”, seguendo la figura del CIO nelle operazioni di governo dell’IT verso la “terza piattaforma” e guidandoci per mano nella rilettura delle testimonianze raccolte da noi “sul campo”. Le imprese sono fortemente dipendenti dalle comunicazioni e dalle applicazioni in rete. Proprio per questo il network è diventato il centro nevralgico dei processi di business, intorno ai quali ruotano i dispositivi più disparati (smartphone, notebook, tablet, pc e via dicendo) connessi sia in modalità wireless, sia wired. Secondo IDC, stiamo approdando alla terza piattaforma. Dopo l’era dei mainframe e dei terminali e il passaggio attraverso il client/server e le reti locali, è ora il turno di una nuova piattaforma caratterizzata dall’accesso mobile ad alta velocità, dal cloud, dai big data, dai social media. Il cloud computing – come nuovo modello di erogazione delle risorse IT basato su architetture distribuite e scalabili – non sta modificando soltanto la dimensione hardware e le infrastrutture tecnologiche del settore, ma sta trasformando le modalità di offering delle applicazioni e dei servizi IT, dalle strategie di canale fino ai modelli di pricing. Le mobile technologies – dal successo commerciale degli ultimi device fino alla esplosione degli application store – stanno guidando una rivoluzione che traboccherà dal mondo consumer a quello business, comportando una revisione delle policy di sicurezza e dei processi di vendita. Le social platform – sempre più declinate sul versante della collaborazione e della “people discovery” – stanno evidenziando nuove best practice nella definizione della customer experience, determinando una influenza rilevantissima nel dare forma sia alle funzionalità, sia ai paradigmi HMI di qualsiasi applicazione software, anche di quelle più tradizionali e consolidate. Infine – ma non meno importanti – i big data rappresentano la nuova frontiera della business intelligence, dove le tradizionali ambizioni analitiche sono spinte a un livello sempre più elevato, affrontando l’analisi di volumi di dati sempre maggiori, sempre meno strutturati, sempre più in tempo reale.

 

CIO AL LAVORO NEL 2013

«Più efficienza per lo sviluppo e la competition» – Alessandro Musumeci, direttore centrale sistemi informativi di Ferrovie dello Stato Italiane (www.trenitalia.com), inaugura la nostra galleria di interventi, dettagliandoci le principali priorità della sua direzione in ragione della modernizzazione e della compliance e per una vera crescita della competitività. Le priorità sono: «Ottimizzare le spese correnti in modo da contribuire alla “spending review” in atto nel nostro Gruppo. Migliorare l’impatto dell’ICT sul business, semplificando il più possibile l’accesso alle procedure informatiche, sia da parte dell’utente finale, sia da parte dei colleghi di Ferrovie. Assicurare la business continuity ai sistemi informativi. Agevolare lo sviluppo internazionale. Tra i fattori esterni che possono influenzare queste scelte mi sento di citare la crescente “competition”, l’attuazione dell’Agenda Digitale e le iniziative del Governo per utilizzare al meglio i Fondi Europei, massimizzando le sinergie con gli altri vettori di trasporto».

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«Ottimizzare il software lifecycle e i servizi per il time to market»Alessandro Saralli, IT manager di Poste Italiane (www.poste.it), indica come priorità principale quella di migliorare i processi per la creazione dei nuovi servizi che il business richiede all’IT e rendere il ciclo di vita del software più rapido per rispondere al solito “time to market”, che diventa sempre più impellente. Questo si traduce nella ricerca di una IT più “agile” e orientata ai servizi, una vera enterprise architecture che non si limita a essere circoscritta alla sola direzione IT, ma coinvolge finalmente tutta l’azienda, trasformando l’information technology in business technology. «È qui che si focalizzano i nostri sforzi – spiega Saralli – per essere sempre più allineati alle esigenze del business e cercando di operare come una sorta di “pre-sales” dell’IT per abilitare lo sviluppo di nuove iniziative. Tutto questo si incastra nel quadro dell’Agenda Digitale, per la quale – attraverso i nostri canali fisici e virtuali – possiamo fare da volano in grande scala. Diventare azienda di servizi a 360 gradi è l’obiettivo di Poste Italiane, che da qualche tempo si sta spingendo oltre i confini “core” postali e bancari. Questa è la vera chiave del successo sulla quale si basa il futuro di Poste. In questo sforzo, l’IT ha un ruolo fondamentale perché questa evoluzione avviene nello scenario di una maggiore compressione degli investimenti, che spinge a una giusta – ma non facile – razionalizzazione delle risorse, dei processi e dell’organizzazione».

 

«Amalgamare il ruolo all’interno del board, promuovendosi come leva e acceleratore» – Nell’esperienza di Michele Curti, ICT services manager di Zobele Group (www.zobele.com) business alignment, governance e compliance sono le parole chiave. «Nel 2013, la direzione IT resterà impegnata per amalgamare il suo ruolo all’interno del board attraverso iniziative che affiancano concetti tecnologici ad aspetti organizzativi, promuovendosi come leva e acceleratore, per affrancare sempre di più il ruolo dell’IT nell’organizzazione, non solo come strumento di supporto, ma come asset strategico per il miglioramento della performance aziendale. Le priorità più operative che ci troveremo ad affrontare nel 2013 restano legate alla mobilità, l’accesso alle risorse multidevice e la gestione del dato non-strutturato, senza per altro dimenticare il cloud come piattaforma per la realizzazione di soluzioni a basso impatto sugli investimenti in capitale. Per quanto riguarda i sistemi di governance interni all’IT (ITIL, MOF…) siamo impegnati in interventi per ottimizzare i servizi al fine di rispondere alle esigenze di budget».

 

CIO AL SERVIZIO DEL BUSINESS

«Essere più competitivi grazie all’ottimizzazione della strategia commerciale e della supply-chain» – Girolamo Botter, CIO del Gruppo SME (www.sme.it), lavora alla direzione ICT di un’azienda nel mondo della grande distribuzione no-food, un mondo che sta cambiando rapidamente e che impone rapidi adeguamenti della strategia commerciale, così come mutamenti organizzativi, gestionali e del sistema informativo. In questo caso, assistiamo a una sovrapposizione delle prime sei business priorities che Gartner ha rilevato nel recente studio dal titolo “Hunting and Harvesting in a Digital World: The 2013 CIO Agenda”. «SME ha deciso di concentrarsi su tre progetti con particolare accento all’abilitazione di strategie di innovazione rivolte al mondo della virtualizzazione. I tre progetti – racconta Botter – puntano sull’efficiente e controllata gestione virtuale degli articoli, sulla maggiore articolazione delle promozioni gestite direttamente dalla barriera casse e sulla completa integrazione della supply chain dell’elettronica di consumo. Quest’ultimo punto ha l’obiettivo di incidere sulla riduzione dei costi della catena di approvvigionamento mediante l’integrazione tra produttore e retailer, con la creazione di Ediel, un consorzio in grado di facilitare l’adozione di uno scambio elettronico delle informazioni e l’utilizzo di un portale di logistica collaborativa».

 

«The contribution of IT to automate the business need to be managed like a business itself» Liang Downey, global IT manager di General Motors IT Vehicle Solution (www.gm.com), dagli Stati Uniti, testimonia come la gestione dei big data sia sempre più centrale anche nell’automotive, uno dei settori più tradizionali del manufacturing. Dal punto di vista personale del CIO – che in questo caso non rappresenta alcuna posizione ufficiale di GM – una soluzione efficiente di data management può supportare ogni business activity, dal product design al product sales/marketing, passando per il product services. «Al momento – sottolinea Liang Downey – per me è di grande interesse l’applicazione del data management al product design and development, con particolare riferimento al tracking dei dati lungo il product lifecycle. L’analisi del ROI e la misurazione dell’IT sono un fattore interno cruciale per la salute di una organizzazione. Tra i fattori esterni che incidono sulla competitività, l’attenzione al cliente occupa un ruolo centrale. Fare meglio a costi inferiori significa ispirare il cliente a compiere una scelta di acquisto, con una ricaduta positiva sui margini di guadagno».

 

QUANDO L’IT È IL CORE BUSINESS

«Cloud sugli scudi e attesa per l’Agenda Digitale» – Per Michele Pagliuzzi, responsabile della direzione area sicurezza IT e reti di Kelyan (www.kelyan.it) l’adozione del modello di cloud computing «risulta essere indubbiamente l’argomento più analizzato e discusso tra i CIO delle aziende nelle sue varie declinazioni». Nono solo. «La BI non ha ancora raggiunto nelle aziende il livello di consapevolezza sufficiente per diventare uno dei temi di riferimento». E aggiunge: «L’attuazione dell’Agenda Digitale è la base necessaria perché si possa creare un legame di fiducia tra imprese e sistema Paese in grado di garantire il volano necessario per far ripartire il mercato, migliorare l’efficienza, la produttività aziendale e la creazione del tessuto per lo sviluppo delle start-up innovative».

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«Bilanciare flessibilità e sicurezza è la nostra priorità» – Proprio da una start-up, arriva il contributo di Luca Carettoni, director of information security di Addepar (www.addepar.com), che si distingue non solo per la sua natura “tecnopratica” (Carettoni esegue spesso la verifica dei sistemi di sicurezza in prima persona e ha quindi un ruolo di gestione e anche molto operativo), ma anche per l’ambiente di eccellenza in cui si svolge la sua attività: la Silicon Valley.

«In un contesto dinamico come la Silicon Valley – racconta Carrettoni – l’azienda deve essere in grado di avere processi snelli e flessibili per adattarsi alle esigenze del business. Spostare alcune delle risorse aziendali sul cloud è una possibile soluzione per avere servizi scalabili e limitare così i costi di gestione. Spostarsi sul cloud significa anche comprendere bene che stiamo affidando dati potenzialmente sensibili a terze parti. È estremamente importante – quindi – valutare il contesto, i possibili rischi e scegliere accuratamente i fornitori. Nel nostro caso, abbiamo creato un processo di risk assessment per valutare attentamente i fornitori, ma anche attività tecniche di sicurezza informatica, come penetration test e vulnerability assessment».

 

«Il BYOD come risposta all’evoluzione dei device» La visione globale di Carol Fawcett, CIO di Dell (www.dell.com/it) indica decisamente che il 2013 sarà l’anno del BYOD. Se da un lato è importante fornire i migliori strumenti IT disponibili, dall’altro è fondamentale allineare queste scelte all’interno della strategia di information security scelta dall’azienda. Secondo IDC, nel 2013 – in tema di sicurezza – i CIO assisteranno a un confronto sempre più acceso tra sistemi operativi tradizionali e i sistemi operativi emergenti con i nuovi dispositivi mobili. Al tempo stesso, l’intento di estendere i confini della extranet aziendale confliggerà con la necessità di garantire maggiori livelli di sicurezza, rinnovando le policy di gestione delle identità aziendali e il device management. «Una delle sfide più impegnative per i CIO – spiega Fawcett – è l’evoluzione dei device che varcano i confini aziendali insieme ai dipendenti. Management e governance sono le aree più critiche. Dispositivi multipli per un determinato utente potrebbero minare e distruggere qualsiasi politica di governance. Dalla semplice gestione del dispositivo individuale bisogna passare alla più attenta comprensione del ruolo ricoperto dal personale, dei propri livelli di autorizzazione e security, a prescindere dal device». L’intreccio tra dispositivi mobili e piattaforme sociali – rileva ancora IDC – sposterà il focus in modo sempre più preponderante su dispositivi del tutto inediti, caratterizzati da una sempre maggiore integrazione di sensori diversi, determinando un flusso tumultuoso e continuo di dati e informazioni. Questo flusso sarà generato sia da oggetti del mondo esterno, sia da individui nelle reti sociali. I dati saranno analizzati e interpretati in tempo reale, impiegando soluzioni e algoritmi capaci di analizzare enormi volumi di informazioni che determineranno un vantaggio competitivo sostenibile per qualsiasi impresa in qualsiasi settore. Siamo alle soglie di un nuovo ecosistema aziendale in cui l’informazione e la capacità di elaborazione e comunicazione saranno sempre più ubique e pervasive. La nascita di questo ecosistema segnerà una transizione sempre più netta rispetto agli scenari economico-sociali del più recente passato, realizzando quel paradigma della “intelligent economy” teorizzata da diversi osservatori negli ultimi anni.

 

PRIORITÀ E BUDGET

Se questo è lo scenario di fondo in cui interpretare e sviluppare le priorità per il 2013, i CIO come reagiscono alla pressione continua di conciliare i budget di spesa con il livello delle risorse disponibili e le scelte di business?

 

«Il ruolo del CIO è una battaglia quotidiana»Graziano Previato, ICT director di CSAV Agency Italy (www.csavagency.it) esordisce così, portando la sua testimonianza in un settore molto particolare: lo shipping. Nel settore del trasporto container a livello globale, la conquista di quote di mercato, la riduzione dei costi e l’aumento del livello di automazione dei processi sono una variabile strategica decisiva. «Nel 2011, la nostra industria ha perso qualcosa come sei miliardi di dollari – dichiara Previato – e al momento l’attenzione è focalizzata più sui costi e meno sugli investimenti. Questo non deve impedirci – però – di cogliere nuove opportunità. Gli investimenti in tecnologia devono essere valutati in funzione del ritorno che sono in grado di generare e del loro valore netto. La pressione del cloud – come tentativo di riduzione dei costi di gestione e di impianto – si fa sempre più forte anche se l’approccio è ancora troppo artigianale, sia da parte nostra, sia dei nostri fornitori. È forte anche la pressione interna verso il social, come strumento innovativo per la gestione non solo del business, ma anche della relazione con il cliente».

 

«Set-up delle priorità per la crescita» – Per Claudio Abad, CIO di Eurogroup (www.eurogroup.biz) ridefinire la scala delle priorità è fondamentale per evitare di tagliare anche il ramo su cui si è seduti. «Da parte del business – con un aumento straordinario del budget – l’indicazione è netta: dobbiamo prepararci per la crescita. C’è dunque una forte attenzione sulle priorità dell’IT e sul fatto che queste saranno focalizzate principalmente sul migliorare i processi business. L’obiettivo è poter emergere nel 2014 con una capacità lavorativa business superiore all’attuale, senza tuttavia incrementare i costi fissi di struttura. Per noi la crisi vuole rappresentare un’opportunità per investire su noi stessi. C’è attesa per la prima versione di un tablet Windows 8 Pro, con la possibilità di autenticazione in dominio: la forza di vendita vuole arrivare dal cliente con il tablet come strumento di supporto. Sono in corso importanti investimenti sul consolidamento e sulla virtualizzazione. Si tratta di un processo iniziato in azienda con un po’ di ritardo, ma la nostra intenzione è virtualizzare fino all’ultimo server, se sarà possibile. Per quanto riguarda il porting su cloud, siamo ancora un po’ dubbiosi per il semplice fatto che non possiamo permetterci di spostare i dati dei nostri clienti oltre frontiera. Non credo che il VDI sarà adottato se non per postazioni molto tecniche. Stiamo inoltre procedendo all’adozione della metodologia BPM per la mappatura dei processi business e presto ci sarà un ulteriore passaggio di sviluppo e formazione a tutto il personale IT. Importanti investimenti sono stati fatti in business intelligence. Sulla governance abbiamo iniziato a settembre il processo di certificazione ISO 20000. Per il 2014, contiamo di abbassare l’opex IT in un 25% per via di tutti gli investimenti fatti durante il 2012 e 2013».

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NON SOLO AGENDE DIGITALI

Secondo i dati IDC, la crisi economico-finanziaria dei Paesi dell’area euro sta diventando l’ostacolo principale allo sviluppo di nuovi investimenti in area IT. Nel 2013, secondo i dati del MIP Politecnico di Milano, il calo medio del budget ICT sarà pari all’1,7%. Gli investimenti si concentreranno soprattutto su sistemi gestionali, business intelligence, business analytics e mobility. Le prospettive del mercato nel 2013 non sembrano essere migliori rispetto a quelle del biennio precedente. In un quadro nazionale di forte contrazione degli investimenti, non mancano – però – gli esempi virtuosi che provengono anche da sedi abbastanza decentrate rispetto alle “dorsali digitali” del Paese.

 

«In provincia è arrivata la fibra» – Per Piero Rolfi, information system manager di MTM/BRC (www.brced.com) le priorità dei sistemi informativi «sono strettamente legate ai processi interni e alle esigenze di un business che è molto dinamico e volatile. Al primo posto, c’è l’integrazione e l’upgrade dell’ERP con il gruppo. Stiamo analizzando la fattibilità del progetto. L’allineamento organizzativo con le altre filiali estere per fornire assistenza in orari estesi ai Paesi del Nord e Sud America vorrebbe dire valutare una nuova infrastruttura server per l’ERP in IaaS, PaaS o SaaS – oppure – consolidare il nostro datacenter. Sull’ERP, dovremo valutare nel corso del 2013 anche l’interazione degli ordini con i fornitori e clienti e dare loro strumenti B2B. Inoltre, bisogna spostare e migliorare il sito di disaster recovery e a breve avremo la connettività in fibra ottica. Altro progetto di rilievo sono la migrazione da office client on promise al cloud e l’integrazione di soluzioni di unified contact center».

 

«Mettere l’ERP al centro» – La priorità ai sistemi gestionali è espressa da Barbara Brunetti, IT manager di Varvel (www.varvel.com/it), che conferma la centralità dell’estensione ERP. Per il piccolo gruppo industriale, la sfida principale del 2013 si colloca sotto il cappello dell’integrazione attraverso il rinnovo dell’ERP da implementare centralmente e il roll-out della filiale indiana.

 

«La novità social diventa chiave per innovare i processi» – Per Enrico Pana, IT manager di DWT Group Grundfos (www.dwtgroup.com), l’ERP deve diventare “social” e il cloud deve essere fruibile efficacemente. Le priorità sono: «Implementazione ERP su single instance multicompany con CPM e group profitability (dati consolidati e analisi multidimensionale con margini reali). Cloud della maggior parte dei servizi ERP (per la parte HA) e full cloud per tutta la parte BackOffice. Questo ultimo punto – spiega Pana – è decisivo nelle realtà manufacturing multicompany internazionali: tutti ne parlano e pochi sono riusciti a farlo in maniera integrata». Tra i “fattori esterni” abilitanti ci sono: «La realizzazione dell’Agenda Digitale per rendere accessibile il cloud a costi più sostenibili e la maturità dei produttori di software per rendere più disponibile l’offerta di piattaforme ERP integrate con sistemi social».

 

CIO: STRATEGIA E TATTICA

La principale sfida che i CIO dovranno raccogliere sarà quella di mantenere una specie di “progressione armonica” tra il management e la governance delle risorse IT. Sicuramente tra i ranghi dei CIO, non ci sarà più spazio per figure che hanno dimostrato di non essere pronte a mettersi in gioco in prima persona. Purtroppo per qualcuno – o per fortuna dell’intera categoria – i tempi (al di fuori di ogni survey) assicurano che è finita l’epoca dei CIO burocrati armati di tutto, ma troppo abituati a dare in outsourcing il governo dell’infrastruttura solo per non dovere risponderne: i CIO, “beati monocoli in terra caecorum”, da sempre malvisti dal resto dei professionisti IT – oggi come non mai – devono essere sostituiti da veri leader con i “gradi” guadagnati e riconosciuti sul campo a ogni livello dell’organizzazione. Al fianco di ogni leader deve – però – esserci una squadra in grado di supportare la spinta al cambiamento. Giancarlo Vercellino (IDC) ha tracciato un ritratto quasi poetico del CIO, sospeso tra slancio ideale e realtà: «Come il capitano di un vascello – sorpreso dalla tempesta perfetta, nonostante sia impossibile scorgere l’orizzonte sommerso dai flutti, nella sua navigazione incerta e perigliosa – il CIO si affida alla saldezza di poche irrefutabili certezze: la forza dell’innovazione e la forza della sua squadra. Da qualche parte, esiste un porto sicuro che attende di essere raggiunto. La missione è attraccare con l’intero equipaggio, senza lasciare indietro nessuno». L’innovazione è il vero viatico per la crescita. Buon lavoro a tutti i CIO.