A un contesto di mercato sfidante, Microsoft risponde con un tridente di soluzioni che copre le esigenze operative e applicative su tutti i dispositivi utente e nel cloud. L’azienda di Redmond si candida al ruolo di primo partner per il rilancio del sistema-Italia
In un’epoca di forte “consumerizzazione” dell’informatica – successiva alla cultura del computer tipicamente aziendale che ha dominato gli anni 80 e 90 – un’azienda come Microsoft (www.microsoft.com/it-it) è considerata matura da parte degli analisti di mercato. Un’azienda che nasce nel mondo consumer e nel corso degli anni ha saputo evolversi per incrementare la propria offerta per il mondo aziendale attraverso un’innovazione continua, sostenuta da oltre 9 miliardi di dollari di ricerca, e in grado di affrontare un mercato caratterizato dagli exploit di Apple e Google o la pervasività del brand coreano Samsung, in alcuni casi con l’inedito ruolo di inseguitore. Poi arrivi alla nuova, bella, sede che Microsoft Italia ha inaugurato un anno fa dietro l’aeroporto di Linate, consulti qualche dato finanziario e ti rendi subito conto che l’idea di un anziano colosso tecnologico, arroccato su posizioni difensive, incalzato da concorrenti più giovani e agguerriti, è un’immagine completamente sbagliata. Microsoft è un’azienda che ha la stessa età di Apple Computer (non è un caso, per la storia tecnologica dell’ultimo mezzo secolo, se entrambe sono nate nel 1975), ma oltre a vantare una stabilità e una continuità di risultati assai più rivelante dell’eterna cugina-rivale, non ha smesso di dettare la linea in materia di innovazione.
Basta dare una veloce occhiata allo storico dei ricavi e dell’headcount: a parte il break negativo registrato nel 2009 della crisi (quando Redmond dovette far buon viso a un pessimo meno 18% sugli utili), dal 2003 a oggi, l’azienda ha inanellato solo incrementi positivi, quasi sempre a due cifre, per fatturato, utile netto e numero di dipendenti. A metà 2012, alla conclusione del suo anno fiscale, Microsoft contava quasi 95mila collaboratori in tutto il mondo e superava abbondantemente i 74 miliardi di dollari di fatturato, con un profitto di 23,6 miliardi. I primi due indicatori rappresentano un raddoppio rispetto al 2003, mentre l’utile è triplicato.
Dal sogno alla realtà
C’è anche un fattore intangibile che Carlo Purassanta, amministratore delegato di freschissima nomina (Purassanta, 41 anni, occupa dal primo di febbraio la poltrona lasciata nel 2012 da Pietro Scott Jovane), si premura di sottolineare alla fine della sua lunga conversazione con Data Manager. «Microsoft ha una capacità assolutamente unica di riconoscere gli errori e rimettersi in gioco. Magari ci mette due anni a recuperare, ma – dopo tre – è la migliore e – dopo sei – è sola davanti a tutti gli altri». È sempre la storia recente dell’informatica a dargli ragione. Microsoft è più atleta di fondo che sprinter, anche se nel complesso è l’organizzazione aziendale che più di tutte ha contribuito allo sviluppo e all’affermazione dell’IT, al sogno ormai in parte rivisitato – ma ancora valido – del “computer su ogni scrivania”. In ogni circostanza, nella guerra dei browser come in quella delle console per videogiochi, ha dato prova di una straordinaria capacità di ribaltare i pronostici più sfavorevoli, senza mai essere costretta a pagare un prezzo troppo alto per i suoi errori. A questo – incalza Purassanta – si deve aggiungere un “coverage” ad ampio spettro del mercato. «Microsoft non è la somma di singoli mercati. Microsoft è per tutti e per ogni tipo di formato, prezzo e colore sia sul segmento consumer, sia enterprise. E se su questi mercati ci sono molte soluzioni che richiedono ai loro utenti una forte capacità di adattamento, Microsoft – al contrario – è in grado di adattare al cliente soluzioni e servizi».
Insomma, a quasi quarant’anni dalla sua fondazione, Microsoft si trova in una posizione invidiabile, rischiosa ma sfidante: confrontarsi con un mercato completamente diverso, in cui non è più possibile conquistare una posizione dominante grazie a una singola piattaforma. In questo scenario, solo un’offerta a tutto campo ha veramente senso. Nell’era del cloud computing, si può essere forti con una forte specializzazione, ma se sei in grado di coprire gli aspetti operativi e applicativi dell’infrastruttura della nuvola e dei mille diversi dispositivi che vi accedono, puoi davvero contribuire all’affermazione di un paradigma nuovo, ancora più rivoluzionario della microinformatica degli anni 70. La scelta di affidare la parte italiana di questa strategia a un manager giovane, ma già molto esperto come Purassanta, si colloca in questa prospettiva. Dopo la laurea in ingegneria gestionale, il nuovo amministratore delegato, lascia l’Italia per lavorare, in Francia, per una filiale di Ibm impegnata proprio nel nascente mercato dei servizi outsourcing. Dopo una quindicina d’anni trascorsi nell’ecosistema di Big Blue, è chiamato da Microsoft France per dirigere la divisione dei servizi professionali. «In Microsoft – confessa Carlo Purassanta – ho apprezzato da subito una cultura della performance semplice e chiara. Qui ho trovato una mentalità fatta di innovazione e tempo da dedicare allo sviluppo del talento personale per spigionare le potenzialità in un ambiente favorevole alla crescita. Purassanta arriva in Microsoft Italia in un momento molto positivo per l’azienda e con un’esperienza di successo alla guida della divisione servizi in Francia dove negli ultimi due anni ha fatto crescere il team con numerose nuove assunzioni e nuovi manager. Il suo arrivo coincide anche con il lancio di tante novità tecnologiche su tutti i fronti, da Windows 8 agli smartphone, da Office 365 al tablet “convertibile” Microsoft Surface. «Torno nel mio Paese – racconta Purassanta – dopo più di 15 anni di esperienza, alla guida di una macchina di innovazione con potenziali straordinari, nuove relazioni con i grandi partner protagonisti della system integration, tante novità che riguardano tutte le nostre aree di business, Dynamics, i data center, i tablet, la telefonia». Per Purassanta, la vera sfida sarà di mettere in atto il suo mandato aziendale in un Paese che si trova in una situazione di stallo sia economico, sia politico – ricco di individualità di eccellenza ma debole sul piano sistemico, con poche grandi aziende e tanti “piccoli” che non vogliono diventare “grandi”, nonostante le opportunità di espansione in Europa, Asia e America Latina. Microsoft ha i prodotti, le persone, soprattutto le referenze sulle cose già fatte altrove, un “best leader” alla guida di una squadra vincente, capace di pensare ai nuovi modelli e progetti e di tradurli in strategie di esecuzione anch’esse di successo.
Il sistema dei Partner
Come racconterà poi anche Giovanni Stifano, direttore delle divisioni Partner e Dynamics, il fulcro della leva che Microsoft intende manovrare è rappresentato dall’articolato canale (in Italia, sono 25mila le aziende che rivendono, progettano, sviluppano tecnologie), che incarna le strategie di go to market di una azienda permeata dalla cultura del marketing “indiretto”. «L’intero sistema dei nostri partner – conferma Purassanta – ha un formidabile ruolo di abilitatore, con la missione di trainare verso l’alto il Paese».
Uno degli ultimi progetti che Purassanta ha realizzato, prima di assumere il suo nuovo ruolo in Italia, ha riguardato il portale Crm di un’importante banca francese, basato appunto sulla piattaforma Dynamics. Una buona dimostrazione di come la tecnologia può semplificare molto il lavoro di un team di vendita, personalizzando e rendendo più efficace l’azione verso i clienti. Si tratta di un progetto che ha ricevuto molti apprezzamenti da parte dei dipendenti e del management dell’istituto di credito, stupiti oltretutto della rapidità dell’implementazione. «Perché siamo così bravi a fare tutto questo? Perché – risponde Purassanta – da decenni il nostro mestiere è concepire le tecnologie dal punto di vista dell’utilizzatore finale, sia che si tratti di un telefonino consumer, sia che si tratti del dashboard di un sistema di business intelligence. Tutti meritano il meglio».
La posizione di Stifano, che fa parte della divisione Piccola e Media Impresa e Partner guidata da Christoph Bischoff, è una delle più strategiche: tiene le relazioni con il sistema dei partner e per un’azienda come Microsoft rappresenta un vero e proprio alter ego, l’indispensabile interfaccia con un mercato ad alta granularità, in cui Microsoft si è ritagliato uno spazio di coinvolgimento più diretto solo con un numero limitato di clienti molto grandi. «Il 95% del business di Microsoft è generato attraverso i partner – spiega il direttore divisionale – dalle realtà più piccole, costituite spesso da una singola persona che rimane tuttavia un forte “influencer” e arriva ovunque sul territorio, fino ai partner di medie dimensioni e al centinaio di aziende che costituiscono la nostra managed partner list, una trentina dei quali focalizzati su Dynamics. Su di esse operano una decina di nostri account manager. Su scala più estesa, ci sono i grandi System Integrator internazionali».
Il gruppo guidato da Stifano ha anche una missione di carattere culturale: divulgare le nuove opportunità per l’ecosistema degli operatori IT legate al cloud computing, alle nuove modalità di erogazione di servizi applicativi e di assistenza, che in un primo momento possono essere viste con estrema diffidenza dai protagonisti del modello indiretto, mettendo in risalto il ruolo di re-intermediazione, non di dis-intermediazione del cloud. Nella visione di Microsoft il canale non viene infatti bypassato, ma deve essere reinventato. «Il cloud computing è un modello radicalmente nuovo, ma non può prescindere dai partner di Microsoft, per il semplice fatto che non esiste una soluzione valida per tutti. Solo le conoscenze di un partner possono rassicurare il cliente in una fase di transizione che non investe solo le infrastrutture, ma l’intero c-level delle aziende che usano tecnologie Microsoft».
Negli anni recenti, Microsoft ha lavorato molto per formare partner con competenze più specifiche: «Meno tuttologi e più specializzati» – per restare alla definizione di Stifano. I partner sono stati incoraggiati a sfruttare meglio l’opportunità sui processi interni del cliente. «Il cloud rappresenta un ulteriore importante step nel percorso evolutivo dei partner, che più di prima possono guardare alla bottomline, alla profittabilità piuttosto che al fatturato». Come è possibile – però – in questa ottica di specializzazione, prescindere dalle competenze orizzontali necessarie per seguire anche l’evoluzione delle tecnologie più infrastrutturali? «Una forte specializzazione tematica, in business intelligence, Crm, Collaboration non esclude – risponde Stifano – la capacità del partner di integrare una componente verticale nell’intero stack delle nostre tecnologie. La verticalizzazione ha senso solo se inserita in un valido progetto di integrazione».
EVOLUZIONE LATO SERVER
Non meno significativa è l’evoluzione “lato server” dell’ambiente operativo che ha avuto origine nei laboratori di Redmond. Con Windows Server 2012, la svolta verso la dimensione ibrida del cloud computing – la possibilità cioè di gestire risorse infrastrutturali interne, concertandole con i servizi della cloud “aperta” – è molto marcata. Per Luca Venturelli, direttore della divisione Server&Cloud, «il cloud democratizza l’innovazione e il modello ibrido garantisce la massima flessibilità per aziende di qualsiasi dimensione. Grazie al cloud ibrido, le aziende possono combinare differenti soluzioni, decidendo in base ai carichi di lavoro, ai picchi di utilizzo e alle loro specifiche priorità». Per accompagnare i clienti in questo percorso di crescita, Windows Server 2012 estende al cloud la definizione di “sistema operativo server”, integrando molteplici tecnologie e dando vita a un vero e proprio Cloud OS, che potrebbe avere un impatto molto significativo sull’attuale base installata, improntata alle ormai classiche architetture client/server. Window Server rappresenta la soluzione ideale per accompagnare le aziende nel proprio percorso di crescita, come testimoniano i vantaggi già ottenuti da realtà quali, Telecom Italia e Pirelli Sistemi informativi. Telecom Italia – per esempio – era alla ricerca di soluzioni efficienti e user-friendly per completare la propria Virtual Farm e Windows Server 2012 ha offerto miglioramenti significativi in diverse aree, tra cui la virtualizzazione della rete e la gestione della memoria.
Venturelli pone una doverosa enfasi sulle potenzialità della nuova offerta server di Microsoft anche nell’indirizzamento delle problematiche big data. «Si tratta di una piattaforma di prodotti e servizi che aiuta le aziende a rendere la propria infrastruttura elastica e affidabile, a costruire e gestire in modo flessibile moderne applicazioni su diverse piattaforme e dispositivi, a ottenere insight da enormi volumi di dati e a supportare la produttività degli utenti, ovunque e attraverso qualunque device». L’ampliamento di ambito di Windows Server punta anche a supportare le aziende e gli sviluppatori nell’implementazione di applicazioni fuori dai tradizionali confini aziendali, per coprire ogni esigenza applicativa on premise, sulla cloud e in ambiente ibrido.
BUSINESS DINAMICO
Tra i principali trend tecnologici che impattano sui mercati delle soluzioni gestionali, spiega Riccardo Sponza, che nella divisione Dynamics ha la responsabilità del marketing, domina sicuramente il fenomeno dei big data che impone di analizzare grandi masse di dati non sempre strutturati, fornendo insight a partire da informazioni molto eterogenee spesso provenienti dal mondo social. Quest’ultimo rappresenta una seconda area di interesse, a braccetto con la mobility, che offre l’opportunità di essere sempre e ovunque connessi alle applicazioni di business aziendali, come ERP e CRM. Il cloud computing, infine, è una sorta di etere pervasivo in cui questi tre elementi convivono. «In questo scenario – ricorda Sponza – Microsoft Dynamics offre da sempre alle aziende sistemi gestionali e soluzioni Crm ricche di funzionalità innovative, che aiutano a centrare l’obiettivo del “Dynamic Business”, garantendo flessibilità e capacità di adattamento».
Quello del Crm è un mercato in fermento caratterizzato da un trend di crescita superiore all’Erp più tradizionale. Una efficace piattaforma di relazione con il cliente permette alle aziende di rispondere in modo efficiente ai continui cambiamenti del contesto di business, salvaguardando la clientela acquisita senza escludere la possibilità di cogliere velocemente nuove opportunità. «Con il nuovo aggiornamento Microsoft Dynamics Crm – aggiunge Sponza – ci proponiamo di offrire una soluzione facile e familiare, incentrata sul ruolo delle persone all’interno dell’organizzazione e integrata con tutti gli strumenti di produttività della suite Office, sino ad arrivare a Microsoft Office SharePoint Server e Microsoft Office Lync». Sponza cita in particolare i casi di due clienti: la veneta Tosato, impegnata nel settore dei complementi di arredo e La Perla, storico marchio del fashion, che con Dynamics Crm hanno innovato profondamente le attività di vendita e marketing in chiave di multicanalità. Infine, nel segmento gestionale prosegue la politica di innovazione affidatata a due varianti di Dynamics modulate rispettivamente per le organizzazioni medio-grandi, che hanno più voglia di internazionalizzarsi, e le Pmi. «Per rispondere alle necessità delle aziende che si espandono globalmente, la versione Microsoft Dynamics AX 2012 R2, disponibile a livello internazionale, può lavorare in un’unica istanza in più lingue e nel rispetto di diverse normative». Le piccole imprese troveranno, invece, in Microsoft Dynamics NAV 2013, lanciato nei mesi scorsi, un pratico sistema gestionale che integra funzionalità Erp complete e strumenti avanzati di business intelligence e reportistica.
APP, MOBILITY E SEMPRE PIU’ CLOUD
Sullo sfondo di Dynamics e dell’intera offerta applicativa Microsoft, continua a ruggire il software operativo che rappresenta l’anima più autentica di questo protagonista del mercato Ict. L’ultima scommessa rivolta all’intero spettro degli utenti finali è particolarmente ricca di aspetti rivoluzionari. A parlarne con Data Manager è Claudia Bonatti, alla guida della divisione Windows. «Windows 8 rappresenta una delle più grandi novità presentate da Microsoft negli scorsi mesi e sono certa che è destinata a dare un forte impulso al mercato di pc e tablet» – dichiara Bonatti – secondo cui l’arrivo di questo innovativo sistema operativo porterà a un modo completamente nuovo di percepire il pc e la galassia di dispositivi che lo affiancano, sostituendolo in molte situazioni. «Per la prima volta, Windows 8 abbatte le distanze tra pc e tablet, finora utilizzati per attività distinte, con una più rigida distinzione tra lavoro e svago». Mossi dalla nuova interfaccia a riquadri animati di Windows, i due mondi confluiscono, si sovrappongono. Il pc scopre le opportunità date dallo schermo sensibile al tocco, mentre le tavolette si sposano senza traumi con mouse e tastiera, due accessori niente affatto obsoleti, che rendono possibile una diversa produttività. Grazie alla presenza di un’ampia gamma di dispositivi capaci di rispondere anche alle esigenze dei professionisti, i tablet possono entrare a pieno titolo anche nel business.
«L’ultima versione di Windows – prosegue il direttore dell’omonima divisione – abilita un deployment più semplice su tutti questi device, ideali per essere utilizzati in mobilità, per essere sempre connessi, per consultare e modificare documenti in qualsiasi momento, oltre che per contattare i propri colleghi grazie alle funzionalità di Office 365 Home Premium e a componenti unici come Skype e SkyDrive», le due offerte di comunicazione multimediale e storage “in the cloud” di Microsoft.
Inoltre, l’arrivo di Windows 8 porta con sé la grande novità di app non più legate unicamente al mondo degli smartphone, ma parte integrante dell’esperienza di utilizzo di qualsiasi dispositivo. «Le app sono disponibili e scaricabili dal Windows Store – il negozio digitale di Microsoft – che ha quadruplicato le app offerte dal lancio con 10mila nuove app certificate nel solo mese di gennaio e che continua ad arricchirsi sia di applicazioni locali (oltre mille da developer italiani), sia globali». Bonatti stima che dal lancio di Windows 8, il numero di app è già quadruplicato e i numeri dimostrano quanto il nuovo sistema operativo di Microsoft rappresenti un driver per l’intero mercato. «Per gli sviluppatori è un’opportunità perché l’interfaccia touch richiede app di nuova concezione, in grado di aiutare il professionista ad accedere con un semplice tocco a tutto quello di cui ha bisogno per lavorare in mobilità. Per le aziende, le app diventano veri e propri “prodotti” capaci, grazie al web, di raggiungere e coinvolgere milioni di utenti». I casi recenti di ATM, Webank e Poste Italiane dimostrano quanto le aziende possano trovare ottime soluzioni per il business.
NUOVI PARADIGMI TECNOLOGICI
I nuovi paradigmi tecnologici fanno da guida verso estese trasformazioni rispetto al vecchio software “pacchettizzato”. Questa tendenza si traduce in una forte necessità di ingaggio da parte della divisione di Microsoft Italia di cui è responsabile Anders Nilsson. Svedese di origine, Nilsson è a capo della Developer and Platform Evangelism Division e il suo ruolo consiste nell’aiutare tutto l’ecosistema degli sviluppatori di applicazioni e servizi a conoscere meglio le tecnologie Microsoft attraverso diversi strumenti, favorire la conoscenza dei prodotti e – soprattutto – cogliere tutte le nuove opportunità legate a questa fase di grande cambiamento. «Lavoriamo con sviluppatori professionisti affermati e con i giovani, anche studenti: un’ampia gamma di sviluppatori che include ovviamente i nostri partner». Secondo Nilsson, le attività del gruppo a supporto degli sviluppatori rappresentano uno standard su scala mondiale, ma in Italia prevedono diverse specificità. «In Italia, uno dei nostri compiti attraverso programmi come Microsoft BizSpark è esplorare le opportunità legate al mondo delle start-up, che qui è particolarmente forte, fino ad abbracciare con Windows 8 i nuovi ambienti mobile e tablet, dove la tendenza alla consumerizzazione dell’IT favorisce lo sviluppo di app più moderne». La collaborazione con i partner tradizionali si focalizza molto sul passaggio per tre anni alle risorse cloud di Windows Azure, sia per l’accesso agli ambienti di sviluppo, sia per l’erogazione delle stesse applicazioni. «I nostri sforzi con Windows 8 e il nuovo dispositivo Surface sono orientati certamente al mercato consumer, ma anche al mondo B2B, dove – sottolinea Nilsson – cresce la voglia di app realizzate in stile diverso, più accattivante e immediato».
Gli ambiti professionali hanno visto negli ultimi tempi un’autentica esplosione di nuovi tool di sviluppo e Microsoft si è adeguata alla realtà promuovendo e abilitando l’uso di linguaggi Javascript e Html5 accanto alle modalità .Net più tradizionali. «Ci sono opportunità per tutti e noi cerchiamo di incoraggiarle con iniziative come la già citata BizSpark, che fa risparmiare fino a 30mila dollari all’anno a una start-up, grazie all’accesso gratuito per tre anni alle risorse cloud di Windows Azure, o ai piani rivolti agli sviluppatori giovanissimi, come YouthSpark e DreamSpark. Quest’ultimo elimina anche i 99 dollari di iscrizione al Windows Store».
Un’altra funzione del team pilotato da Nilsson è agire da intermediario anche nei confronti dello sviluppo interno, coordinando i programmi di beta testing con i clienti e analizzando le esigenze proprie del mercato italiano per poterle tradurre meglio in novità targate Microsoft. La Divisione Sviluppatori fa inoltre da ambasciatore delle nuove modalità di rilascio di questi prodotti. «Un grande cambiamento consiste per noi nel cosiddetto sviluppo continuo – spiega Nilsson – e cioè nel passaggio da release diverse all’aggiornamento trimestrale di una linea di prodotto, ogni volta con nuove funzionalità. Evidentemente, siamo stati bravi nel nostro lavoro, perché le ultime due edizioni dello European BizSpark Summit hanno visto classificarsi rispettivamente al primo e al secondo posto due start-up italiane»!
ANIMA ENTERPRISE
A fare in molti sensi da contraltare alle attività rivolte agli sviluppatori, troviamo il comparto che riunisce l’anima consulenziale e di supporto che Microsoft organizza nella divisione Enterprise Services. Il direttore di questo comparto è Leonardo Franco, che con Data Manager si sofferma sulle diverse tipologie di servizi offerti. «L’area del supporto tecnico raggruppa due tipi di attività: gli interventi “reattivi” che Microsoft scatena quando si verificano dei problemi e tutta una serie di implementazioni “proattive”, basate su best practice procedurali, che mirano essenzialmente a fare in modo che i problemi non ci siano». Molto diverso è invece l’impegno dei consulenti che nella divisione Enterprise Services lavorano con i quaranta grandi clienti di Microsoft su progetti in cui hanno più peso le tecnologie “leading edge” e i nuovi prodotti rilasciati. «La divisione è coinvolta soprattutto nella fase di prima introduzione commerciale delle nostre tecnologie sui clienti considerati early-adopter» – precisa Leonardo Franco, aggiungendo un ulteriore elemento differenziatore. «Un’altra dimensione è la complessità delle soluzioni e la loro copertura geografica. Stiamo portando sul mercato un’ondata tecnologica che tra dimensione mobile e dimensione social può provocare una vera rivoluzione. Oggi, questa ondata si chiama Windows 8, ma questo non significa che gli Enterprise Services si debbano comportare come degli evangelizzatori di questa specifica tecnologia». Il nuovo Windows 8 è solo il punto di partenza. «Se vogliamo che una banca cambi il modo di raggiungere i clienti e che le aziende nel complesso ragionino in termini di marginalità e profitti – spiega Leonardo Franco – dobbiamo essere focalizzati sulle soluzioni intese come offerta end-to-end. Attivare i nuovi paradigmi significa disegnare nuovi scenari».
OFFICE
In ordine di tempo, il frutto più recente di questa imponente mole di lavoro di trasformazione tecnologica e l’altra punta del tridente d’attacco Microsoft – insieme a Windows 8 e Windows Server – è il nuovo Office, che introduce ed estende i servizi cloud per il mercato consumer e business. Microsoft ha rilasciato a gennaio sul mercato consumer la versione Office 365 Home Premium, aggiornamento della prima release della piattaforma Office accessibile dal cloud. Il nuovo Office debutta anche nel mondo aziendale, per rispondere alle nuove necessità di cambiamento del lavoro centrato sulla mobilità, la collaborazione e la comunicazione. Vieri Chiti è il direttore della divisione Office che ha seguito il lancio dei due prodotti in Italia. Anche lui parte dai trend che stanno emergendo in questa fase di mobilità, consumerizzazione e forte esplosione delle informazioni generate e consumate. «A tutto questo – rileva Chiti – aggiungiamo il dato di Forrester Research, secondo cui oltre il 50% degli information worker si serve di tre o più dispositivi per lavoro svolto e il 60% di tutti questi dispositivi viene utilizzato per scopi sia professionali, sia personali». Partendo da queste premesse, il nuovo Office affronta quattro direttrici principali di cambiamento: funzionamento uniforme su molteplici dispositivi pc e non pc; disponibilità anche come servizio cloud; integrazione con SharePoint e il tool per portali aziendali Yammer, potenti strumenti per un lavoro sempre più social, in grado di assicurare la condivisione di idee e la raccolta di feedback. Infine, il nuovo Office viene potenziato attraverso una serie di funzionalità di controllo rivolte anche agli amministratori di sistema, per gestire il tema della data loss prevention e offrire alle aziende la possibilità di gestire la circolazione di informazioni sensibili.
LA SFIDA DELLA CRESCITA
E’ utile cercare di capire in che misura i nuovi trend tecnologici e le soluzioni messe a punto negli ultimi dodici mesi impatteranno due aree tradizionalmente calde per Microsoft Italia come la piccola e media impresa e il comparto della pubblica amministrazione e sanità. «I 4,2 milioni di Pmi italiane generano il 70% del fatturato – afferma Silvia Candiani, direttore Marketing & Operations. – Microsoft dedica grande attenzione alla loro crescita attraverso progetti molto concreti». Tra questi, prosegue Candiani, c’è il piano di investimento ingente in risorse, competenze, persone e partner per la digitalizzazione del Paese, rivolto a PMI, comparto pubblico e scuola, in cui è stato fissato un obiettivo molto ambizioso: portare l’innovazione di Microsoft in almeno mezzo milione di piccole aziende. In che modo? «Facendo leva sul cloud computing – risponde Candiani – il cloud rappresenta una leva strategica non solo per le PMI, ma più in generale per la crescita del tessuto economico nazionale e globale, come dimostra uno studio di Microsoft realizzato nel marzo 2012 da IDC e intitolato “L’impatto del Cloud Computing sull’occupazione”. Gli investimenti in servizi cloud pubblici e privati creeranno circa 14 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo tra il 2011 e il 2015». Ma non è tutto. Diversi altri progetti puntano a promuovere la competitività delle PMI e permettere ai giovani di formarsi in ambito cloud rispondendo alle esigenze di innovazione delle imprese. Per esempio, insieme a Seat Pagine Gialle e Banca Popolare di Vicenza, Microsoft ha dato vita all’iniziativa “Insieme per il territorio”, per accelerare la ripresa economica su scala locale. Partita a gennaio dal Friuli Venezia Giulia, nei prossimi mesi interesserà altre regioni in tutta Italia, coinvolgendo associazioni di categoria, università, centri di ricerca e istituzioni.
IL DRIVER DELL’INNOVAZIONE
Secondo Rita Tenan, che nella filiale italiana riveste il ruolo di direttore Public Sector, Microsoft ha messo in atto una modalità d’azione altrettanto pragmatica e costruttiva nelle sue relazioni con i quattro segmenti in cui viene ripartito il “pubblico”: pubblica amministrazione centrale e locale, sanità ed education. «La parola d’ordine – sottolinea Tenan – è portare forte innovazione attraverso tecnologie semplici e familiari agli utenti, realizzando progetti mirati, rapidi, il cui impatto possa misurarsi su scale di tempo molto brevi. Lavorando con l’azienda sanitaria di Napoli 2 Nord, che ha sul territorio 80 uffici, abbiamo implementato un sistema di collaborazione che porta a un risparmio misurato in 830mila euro all’anno». Tenan è convinta che modelli come questo possano essere replicati in molte altre situazioni per riuscire a tagliare i notevoli costi che si annidano in attività come la comunicazione tra gli uffici o le trasferte dei dirigenti. Le tecnologie non sono certo il problema: Microsoft può mettere a disposizione strumenti che sono allo stesso tempo potenti e accessibili, ma resta sempre la difficoltà di intervenire sui processi interni alla burocrazia, ospedali e scuole. «In questo sforzo di cambiamento ci aiuta la rete dei nostri partner, ma molto è legato anche alla collaborazione con il cliente. Il punto è adattare il modo di lavorare delle persone dopo l’arrivo delle tecnologie abilitanti».
Una delle tre priorità in cui si articola il piano triennale di investimenti della filiale di Microsoft Italia va proprio in favore della digitalizzazione della PA, dove un’area di intervento molto promettente – secondo Tenan – è il consolidamento di tutti i data center (numero stimato in più di quattromila unità) oggi in funzione nell’apparato pubblico. «Dopo la spending review, è il momento giusto per il cambiamento e Microsoft si sente pronta a intervenire in una ottica di collaborazione tra pubblico e privato». Ma qual è l’opinione della responsabile del mercato pubblico in merito agli inviti che da più parti vengono rivolti alla PA per un maggiore impiego di strumenti open source? «Non è più una contrapposizione così forte, partecipiamo a molti progetti in cui software commerciale e open convivono. Alla fine, quello che conta è verificare il TCO, il costo reale sul lungo termine e questo è ancora un grosso punto di forza per Microsoft».
Sulla scuola, Microsoft è impegnata su più fronti. «Affiancare gli insegnanti attraverso occasioni di formazione, rinnovare la didattica nell’aula scolastica, facilitare il rapporto tra scuola e genitori e nel caso degli studenti più grandicelli aiutarli ad avvicinarsi in modo più realistico al mondo del lavoro.
C’è sicuramente molta strada da percorrere – sottolinea Tenan – tante aree di arretratezza che necessitano di forti iniezioni di tecnologia, in ambito pubblico come in quello privato». Al servizio di questo sforzo, Microsoft è in grado di mettere a diposizione un portafoglio di soluzioni d’avanguardia, esperienze e best practice, maturate in tutto il mondo. Se in Italia, dobbiamo fare più cose, con meno risorse e più efficienza, per Carlo Purassanta non ci sono dubbi: «Microsoft è un catalizzatore di idee, che può aiutare i clienti a reinventare il loro business. Microsoft – però – è anche un compagno di viaggio che può fare davvero la differenza in un cammino di rinnovamento sistemico che non si può più rimandare».