L’azienda di Marissa Mayer produce il documento che mostra le richieste fatte dai governi per ottenere i dati degli iscritti. Ecco i numeri in Italia
Yahoo ha pubblicato oggi il suo primo rappoto sulla trasparenza rivelando tutte le volte che i governi di tutto il mondo bussano alla sua porta, per lo più tornandosene a casa a mani vuote. Secondo l’azienda, le richieste totali riguardano solo un esiguo numero di iscritti al sito, meno dell’1% del totale. La società ha riferito come negli Stati Uniti ci siano state 12.444 richieste di dati di oltre 40.000 account nei primi sei mesi del 2013.
Contro l’abuso di potere
“Ogni rapporto nazionale mostra coem abbiamo elaborato le richieste ricevute nel periodo. Sono incluse quelle nell’ambito di ricerche per la sicurezza nazionale” – ha detto Ron Bell, consigliere generale di Yahoo. Nel rapporto si può dare un occhio anche al numero degli account interessati dalle richieste (più governi potrebbero infatti richiedere gli stessi dati, duplicando le richieste totali ma non il numero di account coinvolti). Secondo Yahoo, ad ogni richiesta da parte dei governi vi è la mobilitazione dell’ufficio legale interno che richiede diverse garanzie ai mittenti per essere sicuri che l’azione sia partita nella totale legalità.
La situazione italiana
Si scopre così che le autorità italiane hanno richiesto a Yahoo l’accesso per 2.937 account. Del totale di richieste ne sono state accettate solo 300. 279 non corrispondevano ad alcun account, 584 sono statie rifiutate, 1.501 rappresentavano richieste per dati secondari come indirizzo IP, informazioni di pagamento, 273 riguardavano testi e contenuti multimediali inviati tramite servizi di chat, foto su Flickr o documenti salvati su servizi interni come Yahoo Notepad e Yahoo Answers.