La piattaforma di instant messaging avrebbe più estimatori del sito di microblog. Di certo ha un grosso problema con la privacy
Twitter ha 200 milioni di utenti attivi al mese, WhatsApp, con app dedicate sulle principali piattaforme mobili, ne ha qualcuno in più, almeno secondo il CEO e fondatore Jan Koum. Il numero di persone che giornalmente utilizzano la piattaforma WhtasApp Messenger generano in media circa 8 miliardi di messaggi in entrata e 12 miliardi in uscita. I numeri sono stati rivelati alla conferenza AllThingsD Dive a New York dove WhatsApp ha lanciato il guanto di sfida a Twitter.
Successo universale
L’applicazione funziona come instant messenger (a patto di avere le notifiche attive) su iPhone, Android, Windows e BlackBerry. Il suo pregio principale è di offrire un largo periodo gratuito prima di chiedere un pagamento annuale di 0,79 centesimi. Fondata nel 2009 a Mountain View oggi è l’applicazione smartphone indipendente più utilizzata in quasi tutti i paesi dove è presente. Sembra che la società abbia intenzione di proseguire da sola nel duro viaggio delle startup, a differenza delle altre colleghe che dopo qualche tentennamento sono entrate nel circolo dei grandi (vedi Instagram con Facebook oppure Summly con Yahoo!).
Problema sicurezza
Nonostante il successo, sembra ci sia più di un problema alla sicurezza e privacy nel comparto WhatsApp. All’inizio di quest’anno le autorità olandesi e canadesi hanno accusato l’azienda di violare le leggi internazionali sulla privacy chiedendo agli utenti di fornire la loro intera rubrica telefonica conservando così i numeri personali anche di coloro che non la utilizzano.
