Web ergo voto

Elezioni politiche 2013 e la guerra dei siti web. Le prestazioni e i tempi di risposta dei siti web dei candidati. Il mondo dei sondaggi nell’era dei big data. Quanti voti sposta il web?

Difficile dire quanti voti sia in grado di spostare il web in un Paese come l’Italia in cui la televisione generalista resta il più importante mezzo di formazione dell’opinione pubblica.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

La campagna elettorale del 2006 vide la sconfitta per un pugno di voti dell’Unione di Romano Prodi. A uscirne sconfitti – però – furono soprattutto i sondaggi commissionati dai quotidiani nazionali, che attribuivano per certo, fino all’ultimo, la vittoria della coalizione di centro-sinistra. Solo tre sondaggi elaborati su commissione da Berlusconi a una società statunitense davano un lieve vantaggio alla Casa delle Libertà. La sfida dei sondaggi al tempo dei big data e dei social network assume grande rilevanza alla luce dei nuovi e potenti algoritmi di social analysis e della nuova capacità di calcolo dei centri di elaborazione dati che sfruttano la potenza dei database in memoria centrale (in memory).

IL VOTO E LA RETE

Le presidenziali americane del 2008 sono state le prime elezioni in cui Internet ha giocato un ruolo essenziale e alcuni analisti affermano che la strategia web sia stata determinante per il successo di Barack Obama. In realtà, quanto pesi Internet in una campagna elettorale è un tema controverso anche in Italia e molti sostengono che i social network e il web non servano a conquistare nuovi voti e convincere un elettore a cambiare idea. Sono invece sicuramente utili per informare e informarsi e, sostengono alcuni analisti, per portare al voto una parte degli indecisi che nelle ultime elezioni hanno scelto di non votare.

Leggi anche:  Microsoft Copilot ora può creare canzoni su richiesta

I SITI CHE FUNZIONANO

Certo è che, per un candidato che usa il web per comunicare con gli elettori, due sono le condizioni fondamentali: che il sito web abbia ottime prestazioni e che sia disponibile. Si considera performante un sito web che si apre in meno di 3 secondi e disponibile al 100% se risponde a tutte le richieste degli utenti.

E nel caso dei candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio? I loro siti web sono veloci e disponibili? Quali sono le prestazioni del sito di un candidato comparate con quelle degli avversari?

Secondo l’analisi delle prestazioni dei siti web dei principali candidati, monitorati dal 16 gennaio 2013 al 3 febbraio 2013 da Compuware è emerso che il 40% degli utenti abbandona un sito web dopo 4 secondi di attesa. Le strategie di comunicazione dei candidati terranno conto anche di questi dati per migliorare la relazione con l’elettorato oppure la comunicazione via web per il politici italiani è destinata a restare a livello di vetrina rinunciando alle potenzialità che i nuovi media possono offrire? Il sito del PDL concepito come una piattaforma di e-commerce risulta primo in classifica per tempo di risposta e velocità di caricamento delle pagine che rappresentano i due parametri quantitativi per valutare la facilità di navigazione. Il blog di Grillo che nasce come piattaforma blog ha tempi di risposta che lo collocano in fondo alla classifica.

I RISULTATI

– Il sito del Popolo della Libertà ha registrato un tempo di risposta di 10.432 secondi, con una disponibilità del 98.36%

 

 

– Il sito Agenda Monti ha ottenuto un tempo di risposta di 12,053 secondi, con una disponibilità del 99.05%

Leggi anche:  Apple introduce negli Usa sistemi di pagamento in-app alternativi

 

 

– Il sito del PD ha registrato un tempo di risposta di 14.668 secondi e una disponibilità del 95.44%, seguito da Rivoluzione civile con tempo di risposta di 14,28 secondi

 

 

– Il blog di Beppe Grillo ha un tempo di risposta di 20.955 secondi e una disponibilità dell’86.61%