Walter Visigalli restituisce anche la mano bionica

Il primo italiano a subire l’innesto di una mano bionica ha deciso di restituirla per mancanza di assistenza da parte dell’azienda che l’ha realizzata

Il 48enne Walter Visigalli, il primo uomo in Italia a subire un trapianto di mano, alla fine ha deciso che il nuovo arto bionico impiantatogli qualche mese fa dal suo chirurgo di fiducia, il dott. Marco Lanzetta, era più un fastidio che un aiuto.

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La vicenda

Visigalli aveva perso una mano quando aveva 13 anni e nel 2000 era stato il primo paziente italiano a subire un trapianto dell’arto. Nel giugno di quest’anno l’uomo aveva deciso di farsi asportare la mano trapiantata a causa del rigetto e a settembre questa gli era stata sostituita con un arto bionico. I difetti tecnici e la mancanza di assistenza da parte dell’azienda produttrice della mano hitech hanno spinto Visigalli a riconsegnarla all’Ospedale San Gerardo di Monza.

“Mi hanno preso in giro”

“Sin dall’inizio ci sono state difficoltà. – ha spiegato la moglie di Visigalli, Pierangela Riboli – Il collegamento dell’arto al braccio creava graffi e ematomi difficili da far guarire. Poi la presa non era ben controllabile, al punto che gli cadevano gli oggetti e ha quasi rischiato di stritolare la mano di mia figlia mentre gliela stringeva in un gesto d’affetto”.

Quello però che ha più infastidito l’uomo è il fatto che per quattro volte consecutive i tecnici dell’azienda produttrice della mano bionica non hanno risposto ai suoi feedback. Visigalli si era recato in diverse occasioni nella sede dell’azienda, distante 2.800 km dalla sua abitazione, ma nessuno lo aveva mai ricevuto. “Mio marito ha chiesto ferie, ha perso tempo e nessuno lo ha aiutato. Si è sentito preso in giro”, ha concluso la Riboli.

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