Videoreportage: concretizzare la sfida dell’Agenda Digitale

Profumo: «Il ruolo centrale della scuola per la crescita del Paese». «Gli studenti sono la vera domanda di cambiamento»

«L’Agenda Digitale è uno strumento non un fine. La digitalizzazione della scuola passa attraverso la scuola. Ogni azione sulla scuola si riflette sulla metà del Paese. La scuola è un fattore centrale per la crescita». L’Agenda Digitale è una scommessa che non possiamo perdere.

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Francesco Profumo, ministro per l’Istruzione, Università e Ricerca

Questa è la posizione di Francesco Profumo, ministro per l’Istruzione, Università e Ricerca, che ha chiuso la presentazione della ricerca “Gli Italiani e l’Agenda Digitale” commissionata da Cisco a ISPO. Non solo. Il ministro ha aggiunto che il successo dell’Agenda Digitale dipende dall’educazione dei bambini e delle famiglie e fa un parallelo con la diffusione della raccolta differenziata.

LA SCUOLA HUB DELLA CONOSCENZA

E la scuola deve essere un hub della conoscenza per preparare i giovani alla vita e a diventare cittadini digitali del futuro. Dagli studenti nasce la vera domanda di cambiamento che si scontra con un dato infrastrutturale negativo e la massa di 800mila docenti. E’ necessario avviare un processo di introduzione di competenze nuove».

AGENDA DIGITALE IN CHIAROSCURO

A quasi un anno esatto dall’incarico del Governo Monti – e a pochi giorni dalla nomina di Agostino Ragosa (ex chief information officer di Poste Italiane) a capo dell’Agenzia per l’Italia (www.digitpa.gov.it) – il tema dell’Agenda Digitale si pone all’attenzione dell’opinione pubblica e degli operatori, con qualche chiaroscuro. Ma il ministro Profumo si dà un «voto sufficiente» sull’attività svolta, sottolineando tre punti chiave: «Processi chiari e definiti. Rispetto dei tempi. Continuità». Il tema dell’Agenda Digitale appare – infatti – (almeno finora) appannaggio di pochi: gli opinion maker risultano in modo quasi unanime (85%) al corrente, (anche se non manca una minoranza che ammette di non sapere bene di cosa si tratta); l’opinione pubblica, invece, ne è per lo più (63%) all’oscuro (anche se una minoranza dichiara di averne almeno sentito parlare).

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Per il ministro Profumo, la questione dell’Agenda Digitale è legata a doppio filo al grado di invecchiamento e di istruzione: «Siamo un Paese con un’età media elevata, siamo un Paese poco istruito».

CONOSCENZA, ATTEGGIAMENTI, OPINIONI

Sebbene l’informazione sull’Agenda Digitale sia contenuta, l’indagine IPSO conferma un interesse ampio per i risvolti che l’Agenda potrebbe avere sulla vita quotidiana e sulla società, rispetto alle quali ci si attende un miglioramento generalizzato.

Gli ambiti che secondo la popolazione potranno giovare dei progressi più immediati sono quelli culturali in primis: dalle modalità di comunicazione (che miglioreranno per il 67% dei cittadini), alla scuola (65%), all’accesso alle informazioni (64%).

Ampia fiducia anche nella possibilità che migliorino servizi e infrastrutture: dalle modalità di interazione con la PA (61%), al servizio sanitario (60%), ai mezzi di trasporto (54%).

La digitalizzazione ha anche un risvolto ecologico e sociale, in quanto si ritiene possa migliorare la qualità dell’ambiente e dell’aria (48%), la qualità della vita (52%) e il costo della vita (48%). E non da ultimo, la digitalizzazione potrà migliorare la qualità e la vivibilità delle metropoli, attraverso i progetti di “smart city”. A partire da Milano, che in vista di Expo 2015 è pronta a fare da palcoscenico per i progetti più innovativi. Sebbene il progetto non sia ancora del tutto noto (66% tra gli opinion e 32% tra i cittadini), c’è grande attesa verso di esso, specie da parte degli opinion, che confidano nell’importante eredità in termini di progresso e tecnologia per la città.

PA DRIVER DELLA MODERNITÀ?

La popolazione si dimostra non solo pronta a recepire i cambiamenti e a beneficiarne, ma anche perfettamente consapevole che la PA debba farsi driver della modernità.

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La disponibilità di servizi di e-government è percepita come un imperativo tanto per gli opinion (100%) quanto per il cittadino (85%).

I tentativi finora attuati in tal senso, non sempre a lieto fine, hanno in realtà acuito negli utenti la voglia di servizi digitalizzati “end-to-end”, cioè che consentano ai cittadini di effettuare l’intera procedura richiesta attraverso lo strumento telematico (la pensano così l’80% dei cittadini e il 92% degli opinion). Ne deriverebbe un vantaggio indiscusso in termini di trasparenza (94% per gli opinion, 82% per i cittadini), risparmio sia per lo Stato che per il cittadino (89% per gli opinion e 79% per i cittadini), riduzione del digital divide (85% per gli opinion e 74% per i cittadini).

Condivise le opportunità offerte dalla digitalizzazione, resta da capire quali sono le azioni da adottare e quali le priorità di intervento.

Dalle risposte degli opinion emerge il monito a creare un’opinione pubblica più informata sul tema dell’Agenda Digitale e consapevole delle implicazioni che può avere nella vita di tutti i giorni. Gli stessi cittadini esprimono l’interesse a essere aggiornati sui progressi dell’Agenda (49% sul totale campione, che diventa 73% tra i 18-34enni, 65% tra i 35-44enni, 71% tra i laureati, 78% tra gli impiegati e gli insegnanti).

I canali più desiderati per aggiornarsi sono il telegiornale (35%) per i più maturi e lo stesso sito Internet dell’Agenda Digitale (22%) per i più giovani. Gli opinion suggeriscono di creare campagne a forte impatto mediatico, con testimonial televisivi.

IL RUOLO DEI DECISORI

Considerando il decisore politico come un attore di primaria importanza per la diffusione delle tecnologie digitali, gli opinion sollecitano anche interventi governativi capaci di concretizzare e rendere realmente fattibili i contenuti dell’Agenda Digitale. A tal proposito suggeriscono azioni di sostegno economico e finanziamenti orientati soprattutto alla preparazione di figure professionali competenti da impiegare sia in ambito pubblico sia privato.

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OTTIMISTI CONTRO PESSIMISTI

Invitati a descrivere come sarà l’Italia del 2020, quando gli obiettivi dell’Agenda Digitale dovranno essere raggiunti, gli opinion leader si distribuiscono più o meno equamente in tre gruppi: quello degli “ottimisti” è poco più numeroso degli altri due (33%), all’estremo opposto vi sono i pessimisti (28%) secondo i quali l’Italia non riuscirà a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale e si troverà in una situazione di arretratezza rispetto a molti altri Paesi europei. In una posizione intermedia coloro che augurano all’Italia di farcela ma non sono del tutto convinti di questa possibilità (29%).