Il Dipartimento di Giustizia ha pubblicato una conversazione e-mail fra Steve Jobs e l’editore James Murdoch in cui il patron di Apple suggerisce di alzare i prezzi degli e-book per sfavorire Amazon
Una nuova e forse decisiva prova è stata portata dal Dipartimento di Giustizia statunitense a sostegno della tesi che Apple insieme ad altri quattro editori (Simon & Schuster, Harper Collins, Hachette Livre e Verlagsgruppe Georg von Holtzbrinck) hanno creato un cartello per alzare i prezzi degli e-book e sfavorire così la politica low cost di Amazon, che ha recentemente lanciato la sua moneta digitale.
L’Autorità USA ha pubblicato uno scambio di e-mail fra Steve Jobs, che ha dato la sua approvazione all’iPhone 5 e al suo successore, e James Murdoch, CEO della casa editrice Harper Collins appartenente al Gruppo News Corporation, in cui il patron di Apple propone l’innalzamento dei prezzi. In Europa la questione si è risolta con un accordo fra Apple e l’Unione Europea sull’eliminazione delle clausole che impedivano la concorrenza.
“Stabiliamo un prezzo per gli e-book”
Nella e-mail, datata gennaio 2010, Jobs scrive a Murdoch che il prezzo degli e-book deve essere compreso tra i 12,99 e i 14,99 dollari. Amazon all’epoca vendeva i suoi libri a 9,99 dollari che secondo il numero uno di Apple era un prezzo troppo basso. A questo punto Jobs propone tre scelte a Harper Collins:
1) Accordarsi con Apple per creare un mercato multicanale degli e-book a un prezzo compreso tra 12,99 e 14,99 dollari
2) Continuare a vendere gli e-book a 9,99 dollari come Amazon. Ciò però porterebbe a ottenere un grande profitto nel breve termine ma nel lungo termine Amazon sarà costretta a pagare il 70% del prezzo fissato a Harper Collins. “Hanno anche loro degli stakeholder”, sottolinea Jobs.
3) Ritirare i propri libri da Amazon. Jobs però sconsiglia questa opzione perché favorirebbe la pirateria e “sarà impossibile fermarla. Credimi, l’ho visto accadere con i miei occhi”.