Tutta Europa contro Uber

Taxi fermi in sciopero contro l’app che ha messo in discussione un’intera categoria. Roma e Milano in mobilitazione

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

300 taxi fermi a Parigi, 10.000 a Londra; pronte 5.000 auto bianche a Milano e agitazioni anche a Roma. Insomma il mondo dei tassisti è in fibrillazione contro il servizio che ha scosso un’intera categoria, forse troppo legata a vecchi sistemi. L’11 giugno verrà ricordato come il giorno in cui tutti il continente avrà manifestato contro Uber, reo di non rispettare sindacati, regole e garanzie di un servizio organizzato. Nelle principali capitali europee, i taxi bloccheranno strade famose e punti nevralgici delle città tra cui aeroporti, sedi istituzionali, vie dello shopping e centri di ritrovo. L’obiettivo è sensibilizzare tutti, in principal modo i pendolari, sulla necessità di regolamentare tutti i soggetti che entrano a far parte della categoria, per consentire un equo lavoro a tutti.

Perchè Uber

Il motivo principale di una serie di agitazioni del genere è che Uber ha un grande successo. Il suo valore è pari a 17 miliardi di euro e, come se non bastasse, risponde agli scioperi con azioni a favore dei clienti: per l’intera giornata di oggi (e prevediamo che possa succedere anche in futuro) tutti potranno usare il servizio con uno sconto del 20%, attirando proprio coloro che sono rimasti a piedi per il blocco dei taxi. Un modus operandi che si rispecchia nelle parole di Benedetta Arese Lucini, general mangaer di Uber in Italia: “Lo sciopero mostra i limiti dell’attuale mercato dei trasporti urbani, rigido e bloccato da logiche corporative. E’ chiaro che l’unico a rimetterci è il consumatore: anziché protestare contro il cambiamento, dovremmo pensare ad un futuro che guardi all’innovazione, alla trasparenza e ad una maggiore flessibilità. Gli utenti metropolitani in Europa chiedono questo e noi siamo pronti ad offrire una soluzione che è veloce, sicura e affidabile, sfruttando il mobile e la tecnologia digitale”. 

Leggi anche:  Acqua e sostenibilità digitale, patto per il futuro