Il frontman dei Radiohead ha ritirato i suoi brani dalla piattaforma di music sharing perché a suo parere gli artisti emergenti vengono solamente sfruttati
Da oggi su Spotify ci sarà un artista in meno da seguire con la funzione “segui”. Thom Yorke, leader dei Radiohead, ha deciso di ritirare dalla piattaforma tutti i suoi brani per protestare contro un sistema che sfrutta gli artisti emergenti più che promuoverli. “Non cadete nell’errore di pensare che gli artisti emergenti che scoprite su Spotify vengano pagati. Nel frattempo gli azionisti diventano sempre più ricchi. Semplice”, ha scritto il cantante su Twitter. Un’infografica di qualche tempo fa segnalava che Spotify, ora disponibile anche sulle vetture Volvo, garantirebbe agli artisti 0.00029 dollari a clic, una cifra davvero irrisoria per gruppi musicali alla ricerca di un pubblico.
Una piccola rivoluzione
Dagli attuali 20 milioni di brani disponibili su Spotify, che ha aggiunto la funzione “scopri”, spariscono quindi tutti i brani e gli album che Yorke ha realizzato senza i Radiohead come “The Eraser”, il suo primo lavoro sa solista, e “Amok”, l’album inciso con il suo gruppo parallelo “Atoms For Peace”. Spalleggiato dal collega e produttore discografico Nigel Godrich, Yorke ha deciso di avviare “una piccola rivoluzione” perché, come scrive su Twitter, “le persone valutano la nuova musica… E questo è quello che dovrebbero fare con Spotify”.