Suicidio di Carolina: per Save the Children occorre contrastare il cyberbullismo con un uso consapevole dei social

E’ quanto sostiene Save the Children in merito all’inchiesta sul suicidio di Carolina, la 14enne che qualche mese fa ha compiuto il gesto estremo perchè perseguitata da alcuni cyberbulli. E’ di oggi la notizia che 8 minori sono accusati di istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico 

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Il provvedimento assunto oggi dalla Procura di Torino per l’istigazione al suicidio di Carolina si inserisce in un’indagine complessa e delicata della quale è necessario attendere gli esiti, prima di esprimere ogni valutazione di merito, sperando che si faccia presto piena luce su questa tragedia.

Senza entrare nel merito dell’indagine, tuttavia, il solo fatto che il cyber bullismo, in fase investigativa, sia considerato ancora una volta come possibile causa di un evento così grave come il suicidio di un adolescente dovrebbe spingerci a considerare con maggiore attenzione la gravità di questo fenomeno e rafforzare le misure di prevenzione – ha dichiarato Raffaela Milano, direttore programma Italia Europa Save the Children.

Il cyber bullismo è un fenomeno che ancora oggi rischia di essere sottovalutato dal mondo degli adulti che non ne comprendono a pieno la pericolosità e la pervasività assoluta nella vita dei ragazzi. Al contrario degli adulti, i ragazzi e le ragazze sono ben consapevoli della gravità del problema per la loro crescita e la loro relazione con gli altri. Ben il 72% degli adolescenti avverte il cyber bullismo come il fenomeno sociale più pericoloso del proprio tempo, anche rispetto ad altri rischi quali la dipendenza da droghe o le molestie dagli adulti.

Per tanti di loro, il cyber bullismo arriva a compromettere il rendimento scolastico (38%) erode la volontà di aggregazione della vittima (65%), e nei peggiori dei casi può comportare serie conseguenze psicologiche come la depressione (ne è convinto il 57% degli intervistati, la percentuale sale al 63% per le ragazze tra i 15 e i 17 anni). 4 minori su 10 dichiarano di essere stati testimoni di atti di bullismo on line nei confronti dei coetanei, percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%), orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%).

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“E’ fondamentale una risposta sistematica al dilagare di questo fenomeno, una risposta che non può che venire sul fronte educativo. Vi sono molte esperienze significative nelle scuole per contrastare questa piaga, ma è necessario diffonderle e rendere permanente l’impegno su questo fronte, coinvolgendo i ragazzi stessi nella sensibilizzazione nei confronti dei loro coetanei e facendo entrare a pieno titolo, nel ciclo scolastico, l’educazione all’uso consapevole e positivo dei nuovi media.”