La Siria non è più connessa alla Rete ma su Twitter i ribelli continuano a parlare
Dalle 11.26 di ieri mattina la Siria è completamente isolata dalla Rete. La maggior parte delle notizie riguardo il conflitto che infuria nel Paese arrivava attraverso Internet ma dopo il blackout si teme un’escalation della violenza. “Temiamo che possa essere la spia delle intenzioni del governo siriano di nascondere al mondo la verità su quanto sta accadendo sul terreno – ha detto la vice direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa, Ann Harrison – chiedendo il rispetto della popolazione civile”.
Il Governo scarica la responsabilità sui ribelli e viceversa
Non è chiaro chi abbia attuato il blackout della rete anche se molto più probabilmente la responsabilità è da attribuire al governo di Assad che in questo modo ha tagliato le vie di comunicazione dei “ribelli”. A ulteriore supporto di questa tesi, Renesys, che monitora i flussi Internet in tutto il mondo, aveva individuato 5 network attivi nella notte, utilizzati dagli hacker del Governo per infettare con dei virus i computer dei rivoltosi. Ora anche questi punti di accesso sono spenti.
Come in Egitto, Twitter è la risposta alla censura
L’estromissione dalla Rete non ha comunque fermato i ribelli. Su Twitter è comparso l’hashtag #SyriaBlackoout , dove è possibile scoprire tutte le notizie che riguardano il blackout. Inoltre Google ha riattivato il servizio Speak2Tweet , che permette di registrare per telefono brevi messaggi che vengono automaticamente trasformati in tweet. In Sira le linee telefoniche funzionano, a intermittenza e non in tutto il Paese, ma Speak2Tweet rimane un valido aiuto per parlare con il mondo esterno. Su Twitter sono anche apparsi alcuni numeri telefonici messi a disposizione dal gruppo Telecomix per chi voglia collegarsi al web con una connessione dial-up.
Traffico Internet in Siria, grafico di Arbor Networks mostra le interruzioni
Grafici aggiornati sullo stato dell’accesso alla Rete in Siria sono reperibili a questo link