Sospetto dumping: l’Unione Europea indaga sulla Cina

Il Paese avrebbe venduto ad aziende europee hardware a prezzo ridotto avvantaggiandosi sui concorrenti. Il commissario UE indaga

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Una decisione “preventiva” prima che sia troppo tardi. Così si giustifica l’Unione Europea circa l’avvio di un’indagine volta a verificare procedure di dumping della Cina, ovvero della vendita all’estero di apparecchiature e hardware per le telecomunicazioni ad un prezzo inferiore a quello presente nal paese di provenienza. La Cina, che ha sorpassato gli Stati Uniti per numero di device mobili, si sarebbe così avvantaggiata nella fornitura di beni ad aziende dell’Unione Europea applicando costi ridotti rispetto a quelli fissati per aziende cinesi, addirittura pari ai costi di produzione.

Inchiesta “ex officio”

Per non mettere in difficoltà aziende concorrenti, il commissario UE per il commercio, Karel De Gucht, ha sottolineato come la decisione di aprire l’inchiesta sia arrivata senza una particolare sollecita da parte di case europee e quindi “ex officio”. Una procedura del genere, oltre a mettere a riparo le società che utilizzano prodotti importati dalla Cina che potrebbero non essere direttamente coinvolte con le strategie di dumping, si ha per casi estremamente importanti, che necessitano di un’attenta analisi del problema.

Un anno di indagini

Nonostante la decisione di rendere nota la procedura di inchiesta sia arrivata a tempo debito, il portavoce del commissario De Gucht ha rivelato oggi come l’Unione Europea sta studiando da almeno un anno gli elementi che riguardano il caso per raccogliere gli indizi necessari per portare avanti una causa anti-dumping e anti-sussidi su prodotti cinesi. 

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