SOPA, il web si censura per protesta

Discutiamo dello “sciopero” di Internet di queste ore con Fiorello Cortiana, Matteo G.P. Flora, Stefano Passatordi, Vincenzo Cosenza, Fabio Chiusi e Stefano Mainetti

Oggi girovagando sulla Rete succedono cose strane ad esempio che Wikipedia sia oscurata oppure che WordPress si autocensura, Firefox si schiera e Google adotta un link in homepage, senza contare le migliaia di blog che oggi sono chiusi per protesta in tutto il mondo. TUTTI CONTRO LA SOPA.

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Lo Stop Online Piracy Act (SOPA), è una proposta di legge presentata il 26 ottobre 2011 alla Camera dei rappresentanti statunitense dal deputato repubblicano Lamar S. Smith, rappresentante del Distretto 21 del Texas, e da un gruppo di 12 sostenitori. La legge, qualora venisse approvata nella stesura proposta, permetterebbe ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti; al momento (dicembre 2011) la legge è in discussione presso la commissione giustizia del Congresso degli Stati Uniti d’America.

La legge permetterebbe inoltre al Dipartimento di Giustizia e ai titolari di copyright di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d’autore. A seconda del richiedente, le sanzioni potrebbero includere il divieto ai network pubblicitari o ai siti di gestione dei pagamenti (come, ad esempio, Paypal) d’intrattenere rapporti d’affari con il sito accusato delle infrazioni, il divieto ai motori di ricerca di mantenere attivi link verso il sito in questione e la richiesta agli Internet Service Provider di bloccare l’accesso al sito web. La legge, qualora approvata, renderebbe lo streaming di contenuti vincolati da copyright un reato (fonte Wikipedia).

È chiaro che l’approvazione di tale legge stravolgerebbe l’equilibrio di Internet, di fatto limitando la libera espressione di idee e contenuti a vantaggio delle istituzioni e delle grandi aziende. Tuttavia non si può nascondere l’esigenza di tutelare i diritti d’autore soprattutto a favore dei piccoli produttori di contenuti che altrimenti non avrebbero strumenti per difendersi.

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Tra i leader della protesta Jimmy Wales di Wikipedia, ecco il testo presente sul sito in lingua italiana – “Condividiamo con i nostri colleghi di lingua inglese le preoccupazioni sul pericolo che l’approvazione di tali leggi da parte del Congresso degli Stati Uniti potrebbe comportare per la libertà del Web in generale, e per Wikipedia in particolare, e desideriamo unire la nostra voce al coro di chi chiede che il Web stesso possa rimanere libero da censure e limitazioni, e non essere influenzato da leggi, decise da pochi, che cerchino di arginare questa libertà.”

Su questo tema delicato abbiamo sentito le opinioni di alcuni dei protagonisti del Web italiano.

Fiorello Cortiana – resp.Innovazione Provincia di Milano fa una sintesi perfetta del problema: “La natura di Internet, del più grande Spazio Pubblico fino ad ora conosciuto, è oggi l’oggetto del conflitto e della contesa. Trasparenza vs controllo, modalità collaborativa vs processi lineari, condivisione vs enclosure. Due modalità contrapposte per produrre innovazione e valore. Negli Stati Uniti questi due modelli si stanno confrontando senza possibilità di mediazione. Così al Segretario di Stato Hillary Clinton, che propone la rete aperta e libera come via contro i regimi autoritari, le dittature e gli integralismi, si contrappone l’iniziativa trasversale del Congresso sospinto dalle Major a promuovere la censura negli States. La legge in discussione vuole dare alle corporations il potere esclusivo di censurare e chiudere i siti web nel nome della lotta alla pirateria. Il SOPA “Stop Online Piracy Act” consegnerebbe alle major, alle corporation, il potere discrezionale di ridefinire la geografia e le mappe di internet. Decidendo così chi è parte della straordinaria impresa cognitiva collettiva e chi è bandito. Tocca così a Wikipedia, con una giornata di chiusura negli States, difendere “the bright side of the moon” e il suo libero e aperto sviluppo. Se pensiamo che il pronunciamento di Hillary Clinton si rivolgeva principalmente ai censori cinesi c’è da immaginarsi come se la stanno ridendo a Pechino.”

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Matteo G.P. Flora, CEO e Fondatore di The Fool srl, società leader italiana per il controllo e la tutela dei contenuti online, anche se con alcuni distinguo lascia aperto uno spiraglio alla necessità di tutelare i diritti d’autore: “E’ certo vero che SOPA ha ancora aspetti controversi che vanno chiariti per rispetto della rete tutta, ma comunque sia, ritengo sia indispensabile una legge che tuteli il contenuto originale. E’ proprio sul contenuto originale e sulla sua creazione che si basa l’industria dell’intrattenimento e oggi chi investe ingenti capitali per la creazione, non è efficacemente tutelato. Oggi come oggi la tutela dei propri diritti richiede sforzi di controllo, ricerca, segnalazione che sono assolutamente impossibili da sostenere dai piccoli produttori di contenuti e le tecnologie di individuazione automatiche sono assolutamente inadeguate. Chi vive sulla produzione di contenuti professionali oggi come oggi deve mettere in atto una procedura di ricerca su centinaia di domini che lucrano sui propri contenuti senza diritti e in modo completamente fraudolento. Società come la nostra offrono i servizi di ricerca e di takedown (rimozione ndr), sicuramente efficaci ma inavvicinabili per le label indipendenti, lasciate nell’oblio della diffusione illegale”.

Molto critici invece altri protagonisti dell’innovazione italiana: “Credo che se dovesse passare la legge, gli USA perderanno in un colpo solo anni di lotte che hanno segnato una profonda cultura democratica. Oltre al fatto che cambieranno il volto di Internet, in peggio ovviamente, e questo sarà un danno economico per tutti. Insomma, spero non passi mai, se dovessero farcela segneranno l’inizio di una era buia della Rete.” – Stefano Passatordi, cofounder e CEO di Searcheeze

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“La protesta è fondamentale non solo per gli americani. Se le proposte SOPA e PIPA passassero è molto probabile una ripercussione anche nel nostro Paese, dove i “nemici della rete” sono già molto attivi“ –  Vincenzo Cosenza, Digital PR (Hill + Knowlton Strategies) Director

“SOPA e PIPA sono l’ennesima dimostrazione del tentativo delle lobby dell’intrattenimento di spingere i governi a promuovere leggi che, con la scusa della tutela del diritto d’autore online, finiscono per essere nocivi per la libertà di espressione e l’innovazione; un tentativo visto all’opera anche in Italia, con la prima stesura della delibera Agcom e che per fortuna, anche grazie all’auto-oscuramento di Wikipedia, non si è tradotto in pratica. Questa protesta dunque serve per ribadire che la governance della Rete non può e non deve abdicare alla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini digitali, che viene prima di qualunque difesa di interessi economici costituiti” – Fabio Chiusi, giornalista freelance e blogger

“Già registriamo numerose defezioni nel Congresso. Dubito che un tale pezzo di legislazione possa passare, se non altro perché rischierebbe seriamente di compromettere la leadership statunitense nello sviluppo dei servizi Internet e dell’ICT. Internet porta verso il mercato perfetto e limita asimmetrie informative e rendite di posizione. Io approvo la posizione di Wikipedia. Proviamo a ragionare così: Jimmy Wales, non perseguendo in primo luogo il proprio profitto, ha creato un’opera che è oggi un patrimonio per tutti noi. Ebbene, per quale motivo la legge che GIUSTAMENTE si occupa di tutelare il diritto di proprietà in Internet deve proporsi come ostacolo allo sviluppo di Wikipedia? La libertà degli individui è il grande PATRIMONIO di Internet. Non credo proprio Wales abbia assunto questa posizione per tutelare chi copia illegalmente dei contenuti protetti da copyright.” – Stefano Mainetti, professore a contratto del Politecnico di Milano e co-direttore scientifico dell’Osservatorio ICT as a Service & Cloud Computing