Dopo Sony ed Apple (in arrivo) toccherebbe a Google lanciarsi nel campo degli smartwatch. Ecco cosa potrebbe realizzare
Anche Big G starebbe per entrare nel mondo degli orologi intelligenti, almeno secondo il Wall Street Journal. La testata ha riportato i piani nel cassetto di Google che prevedono una console di gioco e uno smartwatch. Se la prima ipotesi potrebbe essere un grande flop (del resto c’è già chi produce console all’avanguardia non ne servono altre), più interessante potrebbe essere il secondo punto. I fattori in gioco sono diversi. Google potrebbe contare su una versione “piena” di Android in formato mini, invece dei surrogati offerti finora, ed inoltre dietro ci sarebbe tutto il ventaglio di piattaforme aziendali pronte a sbarcare sull’orologio.
Tanta tecnologia in un quadrante
Il mercato dei dispositivi indossabili (termine davvero arcaico ma tant’è) sta finalmente mostrando segni di vita. Gli smartwatch sono in circolazione da qualche anno ma è solo di recente che l’hardware necessario si è affacciato alle grandi piazze, lasciando presagire un futuro roseo e altamente innovativo. I chip sono sempre più potenti e gli standard di comunicazione ottimizzati. Un esempio è il Bluetooth 4.0 a basso consumo energetico che permette un’autonomia mai vista finora. Non è quindi strano se molti progetti di smartwatch in crowdfunding abbiano riscontrato un discreto successo. Si pensi al Pebble su Kickstarter o al recente Meteor Kreyos, fino all’italiano i’m Watch, partito in sordina e balzato agli onori della cronaca durante l’ultimo Mobile World Congress.
Google a misura di polso
Ora Google fornisce informazioni contestuali personali sui telefoni e tablet: e-mail, calendario, ricerche web. Basta cliccare un link e il sistema, con Google Now, restituisce le indicazioni e il tempo stimato di arrivo. Se si ha un appuntamento sul calendario Google ti avvisa quando è il momento di partire. Se a questo si aggiungono gli eventi nelle vicinanze, il valore delle azioni e i risultati sportivi per le squadre preferite si capisce quando ci si trovi dinanzi al tipo di contenuti che si adattano perfettamente ad un piccolo schermo da polso.