Dopo PRISM ecco come i federali volevano mettere in scacco gli utenti con un programma per facilitare l’accesso delle chat alla NSA. Ma nessuno ne parla
Quello che PRISM ha cercato di non far vedere, e che le aziende hanno cercato di nascondere, potrebbe invece essere più chiaro di quanto sembri. Pare che alcune delle più grani aziende tecnologiche presenti sul mercato collaborino senza troppo patemi con le forze dell’ordine. Alcuni rapporti del New York Times dimostrano infatti come già nel 2008 Skype, famoso programma di VoIP, avesse attivato un programma segreto chiamato Project Chess con il preciso scopo di rendere le chiamate degli utenti di Slype “direttamente disponibili” alle agenzie di intelligence e le forze dell’ordine.
Un piccolo PRISM nella Silicon Valley
“Skype ha avviato lo scacco per esplorare le questioni giuridiche e tecniche nel fare chiamate – si legge sul New York Times – il progetto è nato con meno pretese, limitato ad una dozzina di persone all’interno di Skype“. Una volta esplosa la piattaforma sarebbero cresciute le richieste da parte dei federali alle quali Skype non ha detto di no. In realtà pare che la Silicon Valley sia tutto quello che un’agenzia di spionaggio vorrebbe avere: grandi quantità di dati privati e software all’avanguardia. Sarà solo un caso che Max Kelly, ex capo della sicurezza di Facebook, quando lascò l’azienda nel 2010 non scelse Google, Twitter o qualcosa di simile ma preferì andare a lavorare per la NSA?
Google X, la nuova Area 51 dei Big Data
Non soprende quindi sapere che Google abbia un’intera struttura nel bel mezzo del nulla (non distante dal Googleplex di Mountain View). Presso il Google X, ufficiosamente, si lavora a nuovi prodotti hardware e software con la supervisione maxima di Sergey Brin e Larry Page. Tuttavia qui dentro potrebbero essere conservati i datti di tutti i clienti delle diverse piattaforme gestite da Google. Un’Area 51 segreta e totalmente off-limits.