Il Dipartimento di Giustizia americano lo aveva fatto chiudere un mese fa. Ora anonimi lo hanno rimesso in piedi con nuove misure di sicurezza
Due giorni fa Silk Road è tornato online promettendo una nuova, e leggermente migliorata, versione del black market della droga che era stato chiuso solo un mese fa. Molto conosciuto dal sottobosco della rete, Silk Road utilizzava Tor e moneta Bitcoin per proteggere i suoi acquirenti. Ora le cose si fanno ancora più serie con l’introduzione della crittografia PGP come misura di protezione supplementare. A soli due giorni dal ritorno, sul sito ci sono già 500 annunci, che vanno dalla vendita di marijuana all’ecstasy, fino all’eroina.
Mercato nero, ma i soldi sono veri
Il sito ha anche una nuova pagina di login che è una parodia del bando di sequestro inserito dalla polizia al momento della chiusura. Resta il dubbio su chi ci sia dietro la rimessa online del portale. Il suo fondatore, conosciuto come Dread Pirate Roberts, ha twittato: “Non si può uccidere l’idea di Silk Road“, nonostante sia ancora agli arresti per l’attività illecita del sito. Sarebbero quindi i suoi collaboratori i fautori dell’idea; d’altra parte in un momento in cui la moneta virtuale gode di estrema popolarità, rimettere in piedi un sito che si basa sui Bitcoin ha il suo perché. La pensavano così anche i fondatori del portale Atlantis, anch’esso attivo nel mercato nero, i cui amministratori sono scappati via con i Bitcoin degli utenti, salvati nei conti aperti sul sito, lasciando detto che sarebbe andato offline “per motivi di sicurezza”. La sicurezza di essere lontani.