Server x86 dopo Lenovo ma nel segno della continuità IBM

Partnership OEM a livello globale sia per i sistemi storage Storwize sia per il software General Parallel File System

E così, otto anni dopo il business dei pc, Lenovo si prende da IBM anche la fascia bassa dei server, quelli su piattaforma x86 che comprendono i server System x, i BladeCenter, i Flex System, oltre ai NextScale e agli iDataPlex con i relativi software. L’annuncio dell’accordo di acquisizione per un controvalore di 2,3 miliardi di dollari, giunto a una sola settimana dalla presentazione di metà gennaio della sesta edizione dell’architettura di riferimento per i server x86 di IBM, ha un po’ colto di sorpresa il mercato, nonostante fosse da tempo che si susseguivano voci al riguardo. Ma Paolo Sangalli, director Systems and Technology Group di IBM Italia, in una conversazione con Data Manager, ci tiene a sottolineare che anche questo accordo con Lenovo nasce nel segno della massima continuità. «Dal punto di vista organizzativo e degli obiettivi, continueremo a operare come prima – sottolinea Sangalli – soprattutto fino al momento in cui l’accordo verrà finalizzato. Ma si può prevedere che il coinvolgimento di IBM nell’ambito dei server, oggetto dell’accordo, continuerà anche successivamente. Parlo del supporto, che verrà prestato negli anni a venire in maniera analoga a quanto successo con il business dei pc, acquisito da Lenovo a cavallo tra il 2004 e il 2005, ma anche della parte di accordo riguardante un’alleanza in qualità di reseller di tipo Oem per lo storage dell’offerta Storwize, che rimane in casa IBM». Nell’intesa siglata tra le due parti è infatti prevista una partnership Oem a livello globale sia per i sistemi storage Storwize sia per il software General Parallel File System. Secondo Sangalli, questa alleanza varrà nei due sensi, in quanto «da una parte, IBM fornirà a Lenovo gli Storwize qualora un’offerta x86 preveda anche lo storage, e dall’altra parte, le nostre persone avranno incentivi nel confezionare offerte Storwize che prevedano anche sistemi x86, in questo caso forniti da Lenovo in base al nuovo assetto». Infine, continuità anche per il canale, che secondo Sangalli vedrà «solo un cambio nell’interfaccia, mentre la qualità dei prodotti rimarrà sempre ai vertici, come è dimostrato anche dal fatto che abbiamo continuato a credere e a investire in questa area con gli annunci di metà gennaio, sui quali spiccava la nuova architettura X6».

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Prestazioni senza precedenti

Le novità di prodotto sono state illustrate nell’evento stampa di metà gennaio da Alessandro De Bartolo, Manager of PureFlex and Systems x Business Unit di IBM Italia, che ha esordito sottolineando la rilevanza della nuova architettura X6, sviluppata interamente in casa IBM. Secondo l’azienda, l’architettura X6 è “stata specificamente progettata per fornire nuovi livelli di prestazioni e resilienza: per le applicazioni che richiedono grande capacità di memoria, X6 fornisce una memoria scalabile triplicata rispetto agli attuali sistemi, un fattore indispensabile per supportare il cloud computing e l’analytics dei Big data”. Di particolare rilevanza, come ha tenuto a sottolineare De Bartolo, anche il fatto che «i sistemi server con l’architettura X6 di casa IBM hanno al loro interno le tecnologie flash al posto delle tradizionali memorie, per fornire prestazioni di ordine superiore e per evitare di dover studiare nuovi sistemi per accelerare le performance: niente più elementi esterni ma storage flash direttamente collegato con la CPU all’interno del sistema, con prestazioni non comparabili rispetto ai sistemi tradizionali».

Tra i modelli di server supportati dalla nuova architettura, vi sono il sistema a quattro socket System x3850 X6, il sistema a otto socket System x3950 X6 e i nodi di calcolo scalabili IBM FlexSystem x880. IBM ha anche presentato il server di storage System x3650 M4 BD, un server rack a due socket che supporta fino a 14 drive, fornendo fino a 56 terabyte di storage ad alta densità, che costituisce il massimo disponibile sul mercato e che fornisce prestazioni del 46 per cento superiori rispetto ai precedenti server IBM System x equiparabili, adattandosi alla scalabilità orizzontale distribuita tipica dei carichi di lavoro dei Big data. Per quanto infine riguarda lo storage, è stata annunciata la disponibilità dei nuovi sistemi all-flash FlashSystem 840, in grado di far fronte a tutte le sfide poste dai database analitici e dalle infrastrutture virtualizzate e di tipo cloud sia private sia pubbliche. 

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