Saranno minuscole, delle dimensioni di un chicco di riso, le nuovissime batterie in grado di ricaricare pacemaker e stimolatori nervosi
Un importantissimo passo avanti verso l’introduzione della tecnologia wirless in questo ambito, dato che questi microscopici dispositivi realizzati dall’università di Stanford, se correttamente sviluppati, potrtebbero portare all’eliminazione definitiva dei fili e ad una riduzione significativa delle ingombranti batterie precedentemente utilizzate. I pacemaker, in un futuro che sembra ormai prossimo, potrebbero davvero ricaricarsi wireless. Innovazione che arriva in un momento in cui sono già stati fatti importantissimi passi avanti nell’ambito della chirugia degli impianti cardiaci: dopo il primo impianto in Italia di un pacemaker wireless avvenuto a Ravenna, all’ospedale Civile di Brescia è stata utilizzata questa tecnologia su un paziente di oltre 350 kg. E parlando di wireless, ricordiamo anche la recente invenzione del primo neurostimolatore midollare senza fili, impiantato per la prima volta al Barolat Neuromodulation Institute Europe, presso la clinica “Le Betulle” di Appiano Gentile (Como)
Nuovi orizzonti da fantascienza
Comprensibile quindi la risonanza che ha avuto la notizia nell’ambito scientifico e medico, dopo la pubblicazione della ricerca sulla rivista dell’Accademia delle scienze degli Stati Uniti (Pnas). Soprattutto perché se ne intravedono già i potenziali sviluppi futuri: queste batterie di dimensioni ridottissime potrebbero aprire la strada alla diffusione di dispositivi miniaturizzati impiantabili nel corpo umano. Fantascienza? Meno di quanto si pensi. Si potrebbe sfruttare questa tecnologia in ambito medico creando dei chip per il monitoraggio dello stato di salute dei pazienti, per esempio.
“Abbiamo bisogno di rendere questi dispositivi il più piccoli possibile, in modo da poterli impiantare più facilmente e ideare così nuovi modi per trattare le malattie o alleviare il dolore”, spiegano i responsabili.
Come in un film
Anche la procedura di ricarica richiama a gestualità da film di fantascienza: sarà sufficiente appoggiare sulla pelle un caricatore delle dimensioni di una carta di credito per trasmettere energia al dispositivo wireless, senza che i tessuti vengano danneggiati dalle onde trasmesse.
Anche se al momento la sperimentazione non è stata ancora fatta sugli uomini, sembra che la ricerca sia già molto avanti e di qui all’applicazione reale il passo sarà breve.