Nuove frontiere della disobbedienza civile: Alessandro Sallusti evade dagli arresti domiciliari presso l’abitazione dell’on. Daniela Santanchè e si presenta presso la Redazione del Giornale dove tenta di fermare l’arresto con un tweet
Certo, illustri Manager Digitali, che letta così sembra un’iperbole di quelle partorite dalle più fosche predizioni di Philip K. Dick. Pare quasi di vivere in un mondo in cui la spettacolarizzazione di ogni evento raggiunge livelli tali da rendere indistinguibile la notizia dal momento di puro intrattenimento.
Così accade che le vicende giudiziarie di Alessandro Sallusti tengano da settimane banco su Twitter con temi di tendenza che variano da “Santanchè“, a “siamotuttisalusti“, per finire a “San Vittore” con tutto quanto è possibile declinare nel mezzo.
Ovviamente non mi metto a tediarvi con l’evolversi della vicenda da cui avete letto in abbondanza presso i media tradizionali (per una ripassata sui vari aspetti della vicenda v. Sallusti, il carcere e la diffamazione. Ricapitoliamo di Arianna Ciccone). Qui mi limiterò a trattare, come di consueto l’evolversi della vicenda su Twitter.
Ma andiamo con ordine come di consueto…
Il corpo elettrico di Alessandro Sallusti è qualcosa di abbastanza particolare…
Il suo account @alesallusti segue appena una settantina di following, mentre conta oltre ventimila follower a fronte di meno di centocinquanta tweet.
I follower di Sallusti tuttavia sembrano appartenere a due tipologie di schiere…
Da un lato si registrano giornalisti che periodicamente manifestano solidarietà al collega e invitano i propri lettori a riflettere su un caso, che riguarda l’intera categoria. Su tutti spicca Ferruccio de Bortoli con un messaggio di solidarietà che ha raccolto quasi quattrocento retweet…
Dall’altro esiste una folta schiera di detrattori più o meno ostili, che sembrano monitorare ogni mossa di Alessandro Sallusti… ora per rinfacciargli le numerose prese di posizione sopra le righe prese in passato (es. le “Vacanze Intelligenti” sempre di Renato Farina pubblicato su Libero ai tempi in cui Sallusti era direttore, che dileggiava la morte del povero Enzo Baldoni)… ora per commentare certe surreali uscite del giornalista (su tutte il laconico “Lo”)… o per certe sgrammaticature (celeberrimo il suo “c’è la faremo”) che risvegliano il grammar nazi insito in ogni Cinguettante…
Peraltro (fonte Faker) i summenzionati follower di Alessandro Sallusti (al netto di un 10% di BOT, che per un VIP sono fisiologici) sono solo per metà utenti attivi e per metà lurker, che si limitano ad utilizzare Twitter come una fonte di informazione.
A livello di conversazioni va notato che il direttore del Giornale, da quando sono iniziate le sue vicende giudiziali tiene banco su Twitter, generando quotidianamente discreti volumi di traffico e quasi quotidiani temi di tendenza (da ultimo San Vittore e Santanchè). In particolare il giorno dell’arresto per l’evasione sono stati generati quasi 10.000 messaggi riguardanti Alessandro Sallusti (fonte Topsy).
Insomma dal quadro summenzionato emerge una figura controversa, che anche su Twitter riesce a catalizzare su di sé parecchia attenzione col minimo sforzo (144 tweet!).
Ovviamente in me ha suscitato particolare sconcerto quello che ad oggi risulta essere l’ultimo tweet in ordine cronologico del Direttore del Giornale. La vicenda la conoscete, Alessandro Sallusti era “evaso” dall’abitazione di Daniela Santanchè per andare alla Redazione del Giornale. Qui mentre teneva una conferenza stampa veniva raggiunto da due agenti di polizia, al che emetteva il seguente tweet:
Avete letto bene: “Propongo uno scambio alla procura: voi non violate la sede de Il Giornale, io mi consegno a San Vittore e poi fate quel che volete!” Capisco cercare la spettacolarizzazione ad ogni costo, ma con tutto il bene che voglio a Twitter non riesco ad immaginarmi la Procura di Milano e gli agenti della Polizia Giudiziaria sintonizzati sull’account di @alesallusti in attesa delle sue dichiarazioni cinguettanti.
In questa frase surrealista stanno tutti i problemi e i limiti del caso Sallusti, e può ben scrivere Bruno Saetta “La Procura di Milano e la gestione ad personam del caso Sallusti“, evidenziando come un dibattito effettivamente importante si sia ormai avvitato sulle qualità personali del condannato, apparentemente senza via di uscita.
Da sempre sono uno studioso del c.d. Diritto alla Disobbedienza, ma mi sembra che in questa vicenda si stiano superando modi e limiti di un dibattito serio. Alla fine l’ingresso in scena dei poliziotti col cappotto e la barbetta curata mi è sembrato un momento da docufiction.
Da qualche parte esiste ancora la realtà?
>> Vedi tutti gli altri articoli della rubrica “Cinguettii” a cura di Giovanni Scrofani