Software: quasi la metà dei clienti è anche “pirata”

E’ l’allarme lanciato da BSA, secondo il quale il 47% degli utilizzatori di PC nel mondo acquista il software in modo illegale. La Cina, con una precentuale dell’86%, guida la preoccupante classifica

Quasi la metà degli utilizzatori di personal computer nel mondo — il 47% per la precisione — acquista il software attraverso canali il più delle volte illegali, e nelle economie in via di sviluppo le cifre si alzano ulteriormente, come afferma il più ampio studio finora realizzato sui comportamenti e le attitudini degli utenti nei confronti della pirateria e della proprietà intellettuale.

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Business Software Alliance (BSA) rilascia infatti i dati dello studio condotto da Ipsos Public Affairs su circa 15.000 utenti in 32 nazioni del mondo (comprendente circa 500 interviste individuali od online per nazione) sul blog ufficiale, BSA TechPost.

Dalla ricerca risulta che una vasta maggioranza di utenti di computer nelle nazioni in via di sviluppo sono soliti acquistare regolarmente software per canali illegali — come ad esempio acquistare una licenza singola per un programma e poi installare quest’ultimo su diverse macchine, o scaricare programmi da reti peer-to-peer — anche laddove si dichiarano convinti sostenitori del rispetto della proprietà intellettuale.

La Cina ha manifestato nella propria popolazione di utilizzatori di PC una percentuale di tali “pirati abituali” più elevata rispetto a tutte le altre nazioni analizzate: ben l’86%. La Nigeria la segue con l’82%, mentre il Vietnam occupa la terza posizione col 76%. La ricerca copre anche l’Italia, situata al 20° posto con un 37% di utenti che si dichiarano abitualmente dediti a comportamenti illegali, come mostra la tabella più sotto.

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Si rileva inoltre che la gran maggioranza di pirati del software nei mercati emergenti ritiene erroneamente legali delle procedure d’acquisto invece tipicamente illegali. E, al contempo (come accade sovente anche nel nostro Paese), è convinta che la pirateria sia un fenomeno così comune e diffuso che ben difficilmente chi la pratica corre un serio rischio di venire punito.

Ancor più critico il fatto che numerosi business decision-maker professionali in tutto il mondo mostrino opinioni e comportamenti simili a quelli sopra citati in relazione agli utenti privati.

“Per totalizzare 59 miliardi di dollari di illeciti nel software– come evidenziato dall’ultimo Global Piracy Study – è evidente che centinaia di milioni di persone al mondo si comportano illegalmente ogni giorno. Questa ricerca ci aiuta a capire meglio qual è il loro pensiero”, è il commento di Matteo Mille, Presidente di BSA Italia. “Così come è chiaramente mostrata la strada da percorrere per ridurre la pirateria del software: educare aziende ed individui su cosa realmente è legale e cosa no, al contempo potenziando le azioni di enforcement a supporto delle leggi nazionali sulla proprietà intellettuale, per mandare al mercato precisi segnali deterrenti dei comportamenti illegali”.

Il “Popolo Pirata” nazione per nazione

Country

Always Illegal

Mostly Illegal

All Regular Pirates

China

42%

44%

86%

Nigeria

36%

46%

81%

Vietnam

22%

54%

76%

Ukraine

16%

53%

69%

Malaysia

22%

46%

68%

Thailand

15%

50%

65%

Indonesia

14%

50%

65%

Saudi Arabia

23%

39%

62%

South Korea

15%

45%

60%

Mexico

19%

41%

60%

Brazil

14%

41%

55%

Colombia

12%

43%

54%

Chile

13%

40%

53%

Russia

9%

43%

52%

Spain

13%

37%

50%

Poland

15%

33%

48%

Czech Republic

10%

37%

47%

Turkey

13%

29%

43%

Argentina

10%

29%

39%

Italy

11%

25%

37%

Australia

11%

26%

37%

USA

8%

26%

34%

Switzerland

5%

26%

31%

Netherlands

5%

25%

30%

United Kingdom

7%

23%

30%

Japan

9%

20%

29%

Sweden

5%

24%

29%

India

9%

19%

28%

Canada

7%

20%

27%

France

5%

21%

26%

Germany

6%

15%

21%

South Africa

5%

16%

20%

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