Nella notte diversi arresti e procedure di perquisizione nei confronti di sedicenti componenti del gruppo. Ma è tutto da confermare
Alle 11.30 è attesa la conferenza stampa della Polizia Postale che tra ieri sera e stamane avrebbe effettuato diversi procedimenti di misura cautelare (domiciliari) nei confronti di un numero indeterminato di hacker vicini agli Anonymous. L’operazione, ironicamente chiamata “Tango Down” (proprio il nome dato dagli Anonymous alle loro bravate), è coordinata dal Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) e dalla Procura di Roma.
Chi sono gli hacker arrestati?
Che gli hacker siano effettivamente del gruppo di Anonymous non è detto. Secondo le prime informazioni rilasciate dall’Ansa: “Gli hacker avrebbero costituito un’associazione a delinquere resasi responsabile di una serie di attacchi nei confronti dei sistemi informatici di infrastrutture critiche, siti istituzionali e importanti aziende“. Le persone fermate sarebbero anche i responsabili delle violazioni, nel corso degli ultimi mesi, ai sistemi informatici di siti del Governo, del Vaticano e del Parlamento. La Procura avrebbe fermato e avviato misure di arresti domiciliari nei confronti di quattro persone, parte del movimento di Anonymus, anche se ne sfruttavano il logo per interessi personali, e perquisizioni su una decina di attivisti, probabilmente legati al gruppo nazionale.
Il precedente del 2011
In realtà gli Anonymous si erano già scontrati con il Cnaipic. Nel luglio del 2011 hacker italiani di Anonymous e LulzSec avevano violato i sistemi informativi del Centro ma come inconsapevoli “burattini”. Lo stesso Cnaipic avrebbe infatti abbassato le difese di sicurezza per farsi attaccare e avviare nuove procedure di applato milionarie per affidare i propri sistemi di sicurezza a nuove aziende, screditando di conseguenze quelle che offrivano la loro consulenza in quel momento.