Come aveva anticipato ieri nella lettera al Corriere della Sera, la deputata del Partito Democratico Alessandra Moretti, insieme a Francesco Sanna, presenteranno una proposta di legge volta al combattere duramente la diffusione tramite la Rete – social network e blog in primis – di informazioni «lesive della propria dignità».
Il testo a dire il vero generalizza, mettendo alla gogna gli attacchi su qualsiasi «rete di comunicazione elettronica», quindi rivolgendosi anche alle testate giornalistiche registrate; in realtà non è difficile intuire come la misura di difesa del diritto di oblio in Rete, che verrà presentata i prossimi giorni, punti il dito soprattutto nella direzione dei social network.
Non a caso la lettera della Moretti al Corriere è arrivata subito dopo i recenti attacchi di cui era stata oggetto nei giorni scorsi la deputata del PD: l’incursione di un hacker nel proprio account Twitter, che aveva scatenato uno scambio di offese con la senatrice del M5S Paola Taverna, sembra fungere quasi da fattore scatenante di natura personale per l’immediata proposta di legge che ne è seguita.
Fuori i volti di chi insulta sul Web
«Mostriamo le facce e i volti di chi pensa di intimidirci con offese sessiste – aveva tuonato la Moretti esasperata, subito dopo il ‘fattaccio’ – Denunciamo pubblicamente quelle persone che passano il tempo a inquinare uno spazio che dovrebbe essere di tutti».
La deputata però tiene a precisare che si tratta di un «intervento a 360 gradi», che sarebbe pensato anche per la tutela dei minori, spesso bersaglio più fragile e vulnerabile agli insulti rispetto agli adulti. Ne sono del resto una tragica dimostrazione i casi di suicidi tra adolescenti che hanno tristemente popolato la cronaca nera degli ultimi mesi, facendo riflettere sul problema della privacy in Rete. Secondo Federconsumatori addirittura il 40% dei giovani italiani sarebbe vittima di cyberbullismo.
Proprio perché i destinatari della proposta sembrano essere soprattutto i Social, Alessandra Moretti si affretta a precisare, a scanso di equivoci, che «non c’è alcun bavaglio per la Rete. Anzi, credo che questo testo sia migliorabile, quindi mi piacerebbe aprirlo al contributo dei blogger».
Quali sono le novità della proposta?
Nonostante le evidenti similitudini con il testo sulla diffamazione già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato, l’attuale proposta di legge presenta sicuramente alcune novità; parlando di diffamazione, viene specificato che la pubblicazione della rettifica «può assumere causa d’improcedibilità sopravvenuta, che determina la pronuncia di non luogo a procedere».
Le richieste di rimozione, aggiornamento o rettifica di informazioni ritenute «inesatte, lesive della propria dignità, o anche soltanto non più attuali» saranno un diritto di chiunque.
Altro potente strumento di bando dell’odio in Rete sarà la minaccia di «deindicizzazione», ossia l’eliminazione dei «post» incriminati o degli articoli dai motori di ricerca. Duro colpo questo soprattutto agli archivi di blog e testate giornalistiche, che generano traffico soprattuto grazie all’indicizzazione dei propri contenuti.