L’Ocse boccia l’Italia per la tecnologia nelle scuole

L’organizzazione internazionale per lo sviluppo economico bacchetta l’Italia sulla scuola 2.0: risorse inadeguate e pochissima tecnologia nelle aule

Il passaggio della Scuola italiana al digitale non è ancora avvenuto ed è ben lontano dal concludersi. Secondo l’Ocse, le dotazioni multimediali e l’utilizzo delle nuove tecnologie di informazione sono ancora insufficienti nelle aule scolastiche italiane. Nella maggior parte dei Paesi analizzati il 48% degli studenti di terza media hanno potuto utilizzare dispositivi hitech come supporto allo studio mentre in Italia la quota cala al 30%.

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Un problema di risorse

Nel documento presentato al Ministero dell’Istruzione si sottolinea come il piano per la Scuola 2.0 lanciato nel 2007 “utilizza le sue modestissime risorse finanziarie per attuare una visione realistica e ambiziosa dell’innovazione: le scarse risorse del Piano hanno limitato l’efficacia delle sue diverse iniziative. È soprattutto a causa della mancanza di risorse, più che di una scarsa domanda da parte delle scuole e degli insegnanti, che la presenza delle dotazioni tecnologiche nelle classi è ancora molto bassa”.

In Italia i finanziamenti per dotare studenti e insegnanti di tecnologie per la formazione corrisponde allo 0,1% della spesa pubblica totale per l’istruzione. La maggior parte delle iniziative partono infatti non dallo Stato, ma da privati come nel caso di Samsung e Microsoft.

Rivedere il Piano per tornare a competere

L’Ocse quindi propone di rivedere alcuni punti del Piano per “accelerare l’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle scuole e nelle classi” e “creare una Rete di Laboratori per l’Innovazione in cui alcune scuole pilota sperimentino e concepiscano nuove pratiche didattiche e organizzative per migliorare il sistema scolastico italiano”. Un aiuto concreto potrebbe venire dal nuovo progetto dell’Unione Europea che si propone di formare i nuovi professionisti del digitale.

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