E’ stato pubblicato da una manciata di giorni “Banda larga”, il nuovo disco di Musica Nuda. Ferruccio Spinetti e Petra Magoni festeggiano così i 10 anni di sodalizio artistico, vestendo con il contributo di un’orchestra, la loro musica fatta di contrabbasso e voce. Presentano il loro lavoro su Vevo e ringraziano il web per averli sempre sostenuti
«Facebook, Youtube, Vevo sono importanti canali promozionali e ci piace esserci. Dieci anni fa a promuoverci erano i blog».
L’idea di Musica Nuda, fatta di voce e contrabbasso, sembra essere molto distante dal web e dai social network; invece Petra Magoni e Ferruccio Spinetti (sono loro Musica Nuda) ci tengono a tutta questa realtà, e ci si relazionano anche con un senso di gratitudine. Perché niente come il web oggi parla e fa parlare.
Data Manager: Ci spiegate il vostro rapporto con il mondo di Internet?
Musica Nuda: Per noi il mondo dei social rappresenta un canale promozionale enorme. Social e non solo, a dire il vero: la persona che poi avrebbe organizzato alcuni nostri concerti ci ha scoperti su YouTube. In più, il titolo “Banda larga” è come la banda larga della rete, broadband. Oggi con orgoglio possiamo dire che viviamo di questo progetto inusuale di musica, appunto, nuda, e lo dobbiamo anche a Internet. Dieci anni fa non c’era Facebook, ma i blog sì: dobbiamo ringraziare chi ha scritto di noi, apprezzando il nostro progetto. Internet è stato un bel veicolo per la nostra musica.
Aspetti negativi della rete?
Ferruccio Spinetti: La fruizione della musica è una cosa, l’appropriazione illegale delle canzoni è un’altra. Scaricare illegalmente un disco di 50 minuti rende vano un lavoro di mesi. Chi lo fa non pensa a quanto tempo e impegno ci siano dietro a quei 50 minuti, non solo dei musicisti e dei cantanti, ma anche di molte altre persone.
Petra Magoni: L’altro giorno una persona ha scritto su Facebook un messaggio il cui succo era ‘il vostro cd costa troppo’. Io gli ho risposto ‘sapessi quanto è costato a noi!’. Le persone se trovano una maglietta in saldo a 40 euro pensano che non sia costata niente – è una maglietta. Ma un cd a 16 euro non si prende perché costa tanto – è musica. Già, ma c’è dentro l’ingegno di molti. Dovremmo tornare a pensare al valore di un disco.
Tornando ai social, siete su Facebook e su Twitter. Avete una pagina anche su MySpace?
Forse una pagina la abbiamo ancora, ma non la curiamo.
A proposito di Sanremo, è vero che vi eravate presentati alle selezioni?
Sì. Abbiamo presentato “Libera” e “Le cose”, quest’ultima scritta da Francesco Bianconi, che sono entrambe state inserite in “Banda larga”. Evidentemente ci sono artisti più adatti al palco dell’Ariston. E’ chiaro che bisogna fare delle scelte, e se ci sono 60 canzoni belle…
A proposito del disco, avete proposto una vostra versione di “Les tam-tam du paradis” di Paolo Conte…
Il maestro Conte non ha email, iPad o altro, quindi le lettere tra noi erano scritte a mano. Ci siamo confrontati con lui per sapere cosa ne pensasse del brano. Siamo onorati che abbia dato l’assenso alla versione che gli abbiamo proposto, e siamo felicissimi delle belle parole che ha detto sui nostri dischi precedenti.
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