L’Islanda è pronta a rendere inaccessibili i siti pornografici per proteggere i minori. Smari McCharthy, presidente dell’International Modern Media Initiative, ha definito l’iniziativa “fascista”
L’Islanda è uno dei Paesi più telematici d’Europa. Dopo il default, l’isola ha redatto la nuova costituzione attraverso il contributo dei propri cittadini inviato tramite web. La nuova proposta del Governo, messa ora al vaglio degli islandesi, è quella di bandire la pornografia in Rete.
Un provvedimento contro i contenuti violenti
Il consigliere del ministero degli Interni Halla Gunnarsdottir ha spiegato: “Il nostro approccio al problema non è anti-sesso, bensì anti-violenza. Non è questione di libertà di parola, bensì di danni all’infanzia. Le statistiche indicano che in media un bambino vede pornografia su Internet a 11 anni di età e questo ci preoccupa, così come ci preoccupa la natura sempre più degradante e brutale di quello a cui sono esposti. Non stiamo parlando di censurare l’informazione, ma qualcosa dobbiamo fare”. Anche Vine, ad esempio, è diventata per “soli adulti” dopo che si è visto che la maggior parte dei video contenuti nell’app sono di carattere pornografico.
Problemi di definizione
Il problema sarebbe poi definire cosa è da considerarsi “normale” pornografia e cosa sia un contenuto violento o degradante, per poi applicare un filtro che ne impedisce la visione come succede per i siti pirata, senza arrivare alla censura. Smari McCharthy, presidente dell’International Modern Media Initiative ha definito il progetto come “fascista e folle”. Secondo uno studio, il 25% delle ricerche fatte su Internet riguarda il porno, la parola sesso è quella più cercata sui motori di ricerca e circa il 20% dei siti includono contenuti hard. Probabilmente l’opinione dei milanesi sarebbe la stessa di McCharthy. Infatti, il maggior numero di utilizzatori nel mondo di YouPorn, il cui creatore è stato arrestato, si trovano nel capoluogo lombardo.