La nuova Xbox One ha bisogno di un sensore Kinect per funzionare. Vuol dire che saremo sempre spiati?
Il periodo è di quelli in cui (soprattutto negli States) i big dell’Hi-Tech devono guardarsi bene dal modo in cui trattano dati e informazioni personali dei propri clienti. Sarà per questo che Microsoft ha affrontato a Los Angeles le crescenti preoccupazioni intorno ai problemi di privacy che arriverennero assieme alla Xbox One e il sensore Kinect. La nuova arrivata nel panorama console domestica richiede infatti sempre un Kinect per funzionare, è per questo che viene venduta già con un sensore in bundle. Ma questo vuol dire che ogni volta che gioco a qualcosa c’è una telecamera che mi riprende? E perché?
La smentita di Redmond
“In Microsoft diamo la priorità alla privacy – ha scritto la società in un post su Xbox.com – e siamo consapevoli che i vostri dati personali sono importanti“. L’azienda ha detto che guiderà gli utenti verso una perfetta comprensione di ciò che farà Kinect per togliere il dubbio su eventuali problemi che si potrebbero creare successivamente. “Quando la Xbox One è accesa – si legge – non viene registrato nulla di ciò che fate e dite nel vostro salotto“. E’ possibile mettere in pausa il Kinect se non lo si vuole utilizzare durante i giochi e se non serve. “Alcune funzionalità dei giochi potrebbero richiedere l’utilizzo del Kinect, allora si dovrà riaccendere” – spiega Microsoft. Da Los Angeles la società ha detto che i dati che Xbox raccoglie non lasciare la console senza il consenso esplicito dell’utente e ha fornito un paio di esempi di come andrà a raccogliere alcune informazioni. Ad esempio un gioco di fitness sarà in grado di misurare la frequenza cardiaca per fornire una migliore feedback sull’allenamento, uno di poker portrebbe invece consentire di scovare bluff nell’avversario virtuale utilizzando le espressioni facciali. Tutto con l’approvazione del videogiocatore.