Sulla spinta di diverse associazioni per la tutela dei consumatori l’Ue ha chiesto ai produttori di app qualche spiegazione sul meccanismo di acquisto “in-app”
La maggior parte delle app gratuite permette comunque di acquistare contenuti aggiuntivi. Questa pratica è piuttosto diffusa ma alcune associazioni per la tutela dei consumatori di diverse nazioni europee ritengono che possano comunque confondere l’utente, in particolare i bambini. L’Unione Europea ha quindi aperto un fascicolo sulla questione dei cosiddetti acquisti in-app.
Genitori: attenzione alle carte di credito
Capita spesso che i bambini inconsapevolmente spendano cifre assurde in contenuti aggiuntivi. Nel Regno Unito un bambino di 5 anni ha prosciugato la carta di credito della madre ed Apple ha dovuto rimborsare per ben due volte i genitori di pargoli spendaccioni. La prima volta la Mela ha dovuto scucire solamente una gift card di 5 dollari per famiglia mentre la seconda la FTC gli ha imposto un risarcimento di 32,5 milioni di dollari. L’Ue ha quindi chiesto ad Apple, Google e altri attori nel mercato delle app di rispondere ad alcune domande sull’argomento acquisti in-app.
“Affinché il settore possa liberare le sue potenzialità, – ha spiegato Viviane Reding, commissario Ue per la Giustizia – i consumatori devono aver fiducia nei nuovi prodotti. Ingannare i consumatori è certo una strategia commerciale completamente sbagliata e contraria, tra l’altro, allo spirito delle norme Ue sulla tutela dei consumatori”.