Gli astronomi hanno individuato per la prima volta i filamenti gassosi che si ritiene connettano fra loro le galassie in una sorta di rete cosmica
L’Universo può considerarsi come uno sconfinato cervello umano. Gli astronomi della University of California – Santa Cruz hanno scoperto attorno al quasar UM287 una serie di ammassi gassosi che sembrano collegare le galassie fra loro esattamente come le sinapsi fanno con i neuroni. “Si tratta di un oggetto eccezionale, grande almeno il doppio rispetto a qualunque nebulosa mai osservata prima e si estende ben oltre l’ambiente galattico del quasar”, ha spiegato Sebastiano Cantalupo, uno degli autori della ricerca.
Le Galassie sono connesse fra loro
Attualmente gli scienzianti ritengono che le galassie siano immerse in una rete composta per l’84% da materia oscura, di cui pare sia stata individuata la sorgente, e da collegamenti formati da gas ionizzato osservati ora per la prima volta. Il telescopio Keck I del W. M. Keck Observatory, nelle Hawaii, è riuscito a identificare un bagliore fluorescente di idrogeno, ritenuto propri uno di questi “filamenti”, grazie alla radiazione emesse dal quasar.
Ulteriori ricerche da parte della sonda Gaia, il cui compito sarà identificare le stelle della Via Lattea, potrebbero far luce su questo incredibile fenomeno.