La NASA produce i razzi con stampanti 3D

Il prossimo passo non sarà visitare Marte, Venere o passare le vacanze sulla Luna. Il prossimo passo sarà costruirsi a casa la propria navicella e salpare il più presto possibile

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Un sogno che non si sarebbe immaginato di fare nemmeno Emmet Brown (il Doc di Ritorno al Futuro). Eppure è un sogno che, grazie alla NASA, potrebbe trasformarsi presto in realtà. L’agenzia spaziale statunitense ha infatti mosso i primi passi nella rivoluzione della stampa 3D per costruire i propri strumenti. Invece di utilizzare i normali processi di assemblaggio, l’agenzia si è servita della stampa in 3D per realizzare un iniettore del motore di uno dei razzi delle sue navicelle spaziali. Questa dimostrazione potrebbe portare presto alla produzione di componentistica in tre dimensioni con un evidente, dicono loro, risparmio in termini di tempo e denaro.

Space Shuttle self-made

Nato da un progetto della Aerojet Rocketdyne, lo sviluppo dell’iniettore è stato possibile grazie all’utilizzo di un laser ad alta potenza che è in grado di mescolare vari polveri metalliche per realizzare un oggetto solido, partendo da un modello sul computer. Di solito per realizzare un singolo iniettore servono fino a 12 mesi; con la stampa in 3D il tutto si riduce a soli 4 mesi di lavoro e assemblamento. “Inoltre la fabbricazione 3D permette anche di ottimizzare la forma e la consegna alle nostre missioni spaziali”, ha commentato Michael Gazarick, amministratore associato della Nasa per le tecnologie spaziali. il team del Glenn Research Center della NASA a Cleveland ha testato l’iniettore realizzato in alta pressione con ossigeno liquido e idrogeno gassoso. Le prove hanno avuto esito positivo il che vuol dire che la squadra è pronta per sviluppare intere parti in 3D. Non c’è molto da aggiungere se non: “Grande Giove!“.

Leggi anche:  Schneider Electric, l’efficienza operativa del data center non basta