La “Google Tax”, la proposta di legge che impone l’apertura della partita IVA italiana ai big del web, non sarà inserita nella Legge di Stabilità
Come speravano Confindustria Digitale e tutte le grandi aziende del web che lavorano in Italia, la tanto discussa “Google Tax” non rientrerà nella Legge di Stabilità ancora in corso di approvazione. A riferirlo è lo stesso ideatore della proposta, il deputato Francesco Boccia. La “Google Tax” diverrà un disegno di legge e dovrà subire un iter più lungo per la sua approvazione, che potrebbe addirittura non arrivare mai. All’interno della Legge di Stabilità sarà invece presente un nuovo disegno di legge Ambiente per la salvaguardia e la tutela del patrimonio naturale.
“Google Tax”: partita IVA obbligatoria
La “Google Tax” è nata per impedire ai big del web di pagare pochissime tasse in Italia attraverso l’escamotage di dichiarare la propria sede fiscale in Paesi dove la pressione fiscale è più bassa come l’Irlanda, che ha dovuto trovare un altro modo per attirare investimenti dall’estero per non indispettire l’Unione Europea, o il Lussemburgo. La proposta avanzata da Boccia prevedeva l’obbligo di apertura di partita IVA italiana per tutte le aziende straniere che hanno intenzione di acquistare servizi e prodotti online nel nostro Paese.