Secondo il WSJ, la Federal Communications Commission sta preparando una legge per imporre tariffe diverse all’accesso dei contenuti in Rete
Mentre in Brasile si certifica con il Marco Civil che la Net Nuetrality è necessaria per una Rete aperta a tutti, gli Stati Uniti si stanno muovendo in senso opposto. Il Wall Street Journal afferma che la FCC (Federal Communications Commission), l’organo USA che regola il settore delle telecomunicazioni che ha permesso l’uso del cellulare in volo, sta preparando un decreto che permetterebbe ai grandi provider di imporre tariffe agevolate ad alcuni fornitori di contenuti. Non molto tempo fa una corte di Washington aveva già stabilito che l’idea di un web a due velocità era possibile.
Un Internet per pochi
Il quotidiano statunitense afferma che la proposta della FCC potrebbe permettere ai fornitori di Rete di garantire un “trattamento preferenziale” nell’ambito del traffico quando ciò fosse “economicamente ragionevole”. I big come Amazon, Netflix e Google, per citarne alcuni, potrebbero quindi rafforzarsi ulteriormente a discapito di nuovi servizi online. In questo modo si andrebbe a creare un Internet di élite e uno meno performante per tutti gli altri. Sembra comunque che la FCC garantirà che i provider non possano rallentare o impedire l’accesso ai siti che non pagano.
In molti, senza troppa malizia, hanno sottolineato come la proposta sia nata sotto la guida di Tom Wheeler, ex lobbista del settore dei contenuti via cavo e presidente della FCC da novembre 2013. Il numero uno dell’ente statunitense ha così replicato alle accuse di voler eliminare il diritto di un Internet per tutti: “Circola troppa disinformazione. La proposta non modifica gli obiettivi di fondo di trasparenza, non implica il blocco di contenuti legittimi e non prevede nessuna irragionevole discriminazione fra gli utenti”.
La verità sulla questione sarà svelata a metà maggio, quando la proposta di legge sarà sottoposta ai soggetti interessati e all’opinione pubblica.