La Corea del Nord svelata da Google Maps

Le mappe di Mountain View arrivano anche nel Paese più chiuso all’Occidente e alla Rete. Le immagini satellitari mostrano anche i campi di rieducazione del regime di Kim Jong-un

Dopo il recente viaggio del suo CEO Erich Schmidt in Corea del Nord, Google ha pubblicato le immagini della mappatura del Paese. Il progetto è stato realizzato grazie agli utenti sudcoreani che, come in un progetto open source, hanno unito i loro sforzi per mappare la regione esclusa dagli occhi degli occidentali da decenni.

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Scuole, fermate della metro e campi di rieducazione

Con Google Maps, che ha avuto problemi con la privacy dopo il suo ritorno per iOS, si possono vedere in modo dettagliato le strade della capitale Pyongyang compresi ospedali, scuole e fermate della metropolitana. Via via che ci sia allontana dai grandi centri abitati si vedono campi coltivati e piccoli villaggi ma quello che colpisce sono delle “zone grigie” che molti identificano con i “campi di rieducazione”, simili a quelli cinesi durante la Rivoluzione Culturale.

La situazione dei prigionieri politici

Nessuno sa con esattezza quante persone siano rinchiuse in questi campi di rieducazione, di cui il Governo nordcoreano ha sempre negato l’esistenza, ma si stima siano tra le 100 e le 200mila persone. In queste “prigioni” non sono rinchiusi solo criminali comuni ma anche dissidenti politici, artisti, intellettuali e tutti coloro che hanno tentato la fuga verso la più democratica Corea del Sud. Secondo un recente rapporto, il 40% dei prigionieri muore per le pessime condizioni igieniche o per le torture inferte delle guardie, comprese quelle a sfondo sessuale. Gli internati vengono obbligati a lavorare anche 16 ore al giorno.

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Il commissario dell’ONU per i diritti umani in Corea del Nord, Greg Scarlatoiu, ha dichiarato: “L’elevata risoluzione delle immagini satellitari ora disponibili attraverso Google Earth consente agli ex prigionieri di identificare la loro caserma e le case, i loro centri di detenzione e altri luoghi di interesse nei campi. Il regime nord coreano nasconde e distorce la dura realtà di un sistema spietato, la politica dei campi di prigionia non è più un’opzione praticabile. Con il monitoraggio costante delle immagini satellitari, siamo in grado di controllare questi campi, anche se non ci giunge da essi nessuna voce”.