LA CLASSIFICA TOP100 SOFTWARE E SERVIZI 2013

LA CLASSIFICA TOP100 SOFTWARE E SERVIZI

La Classifica delle TOP100 software e servizi IT consente di gettare uno sguardo di insieme alle dinamiche evolutive dell’IT in Italia, attraverso l’aggregazione dei risultati dei principali attori sul mercato. IDC stima che i dati aggregati della Classifica vadano sostanzialmente a intercettare oltre il 60% del valore complessivo del settore in Italia. Sebbene sia opportuno ricordare che la Classifica rappresenta una parte importante del comparto software e servizi IT in Italia, di fatto copre in misura prevalente la componente enterprise, presentando un minore grado di risoluzione sullo scenario PMI.

Il fatturato prodotto dall’aggregato delle società presenti in Classifica si concentra in un numero ristretto di grandi attori multinazionali (Tab.1, Fig.1). Le società con un fatturato superiore ai 500 milioni di euro, le prime cinque posizioni nella Classifica, rappresentano il 40,6% dei ricavi complessivi nella Top100 (circa 5,1 miliardi di euro), mentre le imprese con un fatturato inferiore ai 100 milioni (le restanti 95 posizioni) totalizzano complessivamente il 59,4% (circa 7,48 miliardi di euro). Rispetto all’anno 2011, si rileva uno spostamento dei risultati dal vertice del mercato verso la restante parte degli operatori, con una riduzione di circa un punto percentuale del valore complessivo riconducibile alle prime cinque posizioni. Nel corso dell’ultimo anno, l’indice di Herfindahl (HHI), calcolato sullo spazio competitivo rappresentato dalla Classifica Top100, è andato incontro a una moderata riduzione, passando dal HHITOP100, 2011=0,047 al HHITOP100, 2012=0,045: le tendenze evidenziate la scorsa edizione in merito alla progressiva erosione delle quote di leadership del mercato da parte di nuovi operatori emergenti di medie dimensioni prosegue e mostra segni di ulteriore accelerazione nell’ultimo anno.

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Considerando l’impatto rilevante delle operazioni di M&A sul risultato di alcuni operatori dall’analisi dei dati dell’ultimo anno – l’aggregato Top100 evidenzia nel complesso una crescita del 2,2%, dimostrando che il combinato congiunto di crisi economica cronica e dinamiche endogene del settore stanno cominciando a incidere sui risultati delle fasce più alte del settore, in modo particolare confrontando i dati con la scorsa edizione. Analizzando a livello aggregato le dinamiche dei risultati software e servizi rispetto all’Edizione 2012, le differenze sono sostanziali (Fig.2): 40 imprese evidenziano una diminuzione dei risultati rispetto l’anno precedente, mentre 58 si trovano in una situazione di sviluppo positivo, talvolta rilevante. Si riduce in modo considerevole il numero delle imprese che segnalano un tasso di crescita annuale superiore al 15% (10 operatori), mentre si dimezza il numero delle imprese che segnala un tasso di crescita tra il 10% e il 15% (6 operatori), in taluni casi attribuibili soprattutto a processi più generali di ristrutturazione aziendale.

Nel corso del 2012 sia il settore software (HHISW-TOP100, 2012= 0,103) sia il settore servizi IT (HHIServizi-TOP100, 2012= 0,052) hanno attraversato un’ulteriore fase di intensificazione della competizione e frammentazione del mercato: soprattutto il comparto software, più concentrato rispetto ai servizi IT, appare sotto una notevole pressione competitiva, mentre il comparto dei servizi IT è rimasto sostanzialmente invariato, con un limitato decremento dell’indice di concentrazione. Esaminando con maggiore attenzione la Classifica software (Tab.2, Fig.3) si osserva che 13 imprese con ricavi superiori a 50 milioni di euro rappresentano da sole il 79,5% dei valori aggregati in tabella, mentre nel caso della Classifica servizi (Tab.3, Fig.4) il numero aumenta fino a 33 imprese, rappresentando circa l’83,7% dei valori aggregati.

Sebbene da diversi anni si susseguano i processi di consolidamento aziendale, di fatto l’ingresso di nuovi attori nel settore, da un lato, la graduale erosione della posizione dominante degli operatori multinazionali, dall’altro, stanno alimentando una progressiva frammentazione dell’aggregato Top100, soprattutto nella componente software: sebbene si osservi un sostanziale mantenimento dell’indice di Herfindahl nell’ambito dei servizi, lo stesso indice si è ridotto con evidenza nel corso dell’ultimo triennio per quanto riguarda il software (HHISW-TOP100, 2012= 0,10 vs. HHISW-TOP100, 2011= 0,11 vs. HHISW-TOP100, 2010= 0,12). Come rilevato durante la precedente edizione della Classifica, alcuni trend della Terza Piattaforma (in particolare il cloud) rappresentano fattori che vanno a incidere pesantemente sulla definizione dei confini del settore, portando all’affermazione di nuovi standard dominanti che riducono le barriere all’ingresso nel settore. Il processo di frammentazione del comparto andrà avanti ancora per alcuni anni, fino alla definizione di nuove posizioni dominanti, che potrebbero essere costituite da attori che non sono ancora neanche tracciati nell’area software così come perimetrata finora.

Come ogni anno, la Classifica mette in evidenza la ripartizione dei risultati dell’aggregato Top100 per segmento, sebbene la risoluzione dell’informazione per mercato industriale di riferimento sia qualitativamente inferiore, a causa delle limitate possibilità di riscontro nei bilanci e nei confronti del management aziendale. Nel 2012, i segmenti industriali di maggiore rilevanza per l’aggregato Top100 sono la finanza (29%), la pubblica amministrazione (22%), l’industria (21%), i servizi (20%) e il commercio (8%) (Tab.4, Fig.5). Nella comparazione con l’anno precedente, continua a ridursi la rilevanza del mercato dei servizi, mentre si è rafforzata la pubblica amministrazione. I comparti che esprimono il maggior livello di concentrazione dei risultati sui Top5 continuano a essere, in ordine, il commercio, la pubblica amministrazione e finanza, come evidenziato nella scorsa edizione, seguiti da servizi e industria (Fig.6). Si rimanda alle tavole analitiche (Tab.5, Tab.6, Tab.7, Tab.8, Tab.9) per la ripartizione dei risultati per singolo comparto industriale.

Il mercato dei Servizi IT in Italia

Nel 2012, il comparto dei servizi IT, della business consulting e del BPO in Italia ha raggiunto un valore complessivo che è stimato attorno ai 14,68 miliardi di euro (Fig. A). Approfondendo il dato nelle componenti principali, si osserva che il mercato italiano dei servizi IT si è chiuso nel 2012 con una contrazione pari al -3,4% rispetto al 2011 (Fig. B), generando un valore di poco inferiore ai 10 miliardi di euro. Il 2012 porta a una riduzione del volume complessivo degli investimenti in questo segmento di mercato pari a circa 350 milioni di euro rispetto ai volumi del 2011.

Sulla base delle ultime stime, e in linea con quanto previsto lo scorso anno, l’onda lunga della crisi mantiene i suoi effetti negativi sul mercato dei servizi IT anche nel 2013. Si prevede una variazione pari a -1,8% portando il valore complessivo di spesa a 9,8 miliardi di euro, 180 milioni di euro in meno rispetto al 2012 (Fig. B).

Solo a partire dal 2014 si avrà un’effettiva inversione di tendenza nei trend con il riemergere del segno positivo, anche se con crescite molto esigue e ben lontane dai tassi che si registravano nei periodi pre-crisi. Per il 2014 e il 2015, IDC stima per il mercato dei servizi IT una crescita del +0,5% e del +0,9%.

I servizi progettuali, ovvero IS consulting, system integration, network consulting intergration services (NCIS) e custom application development (CAD), registrano anche quest’anno un calo superiore alla media di mercato. Il segmento ha subito nel 2012 una contrazione degli investimenti pari al -4,6%, a fronte di un mercato complessivo che è calato del -3,4%. Il trend è previsto in continua contrazione anche nel corso del 2013 con un calo di circa il -2%. A influenzare in modo significativo tale trend è soprattutto il mercato della system integration, che è calato nel 2012 del -4,7% e si prevede abbia una contrazione pari a -1,8% anche nel 2013.

Anche nel 2012 i servizi di outsourcing hanno subito una contrazione della spesa inferiore rispetto a quelli progettuali. Il segmento ha chiuso il 2012 con un calo complessivo del -2,5%. Le stime IDC prevedono una ulteriore riduzione portando il valore complessivo del mercato a circa 3,7 miliardi di euro del 2013. Si confermano le attese in merito a una inversione di tendenza a partire dal 2014, con crescite che si aggireranno intorno allo 0,9%.

I servizi legati a hardware/software deployment and support e alla formazione IT, che più di altri hanno subito una contrazione della spesa nel corso degli ultimi anni, con un volume di affari che si è ridotto del 20% rispetto a quanto registrato nel 2008, torneranno a crescere solo a partire dal 2015 con tassi contenuti al di sotto della media.

I servizi business-oriented, che comprendono i servizi di business consulting (BC) e i servizi di business process outsourcing (BPO), chiudono il 2012 con una crescita pari all’1,4%, in netta contrapposizione rispetto al mercato dei servizi IT tradizionali. Complessivamente il mercato ha fatto registrare un volume di investimenti di poco inferiore 4,7 miliardi di euro. A contribuire maggiormente è soprattutto il segmento BPO, che cresce nel 2012 a un tasso superiore all’1,5%, mentre cresce dell’1,2% il segmento BC.

Nel 2013 IDC attende una crescita al 2,4% per i servizi business-oriented, superando quota 4,8 miliardi di euro. La crescita, guidata soprattutto dal segmento BPO, si stabilizzerà su valori superiori al 3% nel corso del triennio 2014-2016.

 

Il mercato del Software in Italia

Come anticipato lo scorso anno, proseguendo le tendenze generali di forte rallentamento delle dinamiche di mercato, riscontrate soprattutto in area applicativa e middleware, nel 2012 ha inizio un processo di contrazione del mercato software, che cede del -0,7% su base annua. Nel 2012 il settore del software si attesta a circa 4,7 miliardi di euro con un delta anno su anno di circa 30-40 milioni di euro.

A un esame più ravvicinato delle componenti del mercato è possibile evidenziare la scomposizione delle tendenze in atto. Circa il 60% della contrazione è riconducibile al software applicativo, che registra una riduzione del -0,9% su base annua, rappresentando la parte del mercato che ha evidenziato le maggiori fragilità nel 2012. Circa il 30% della riduzione complessiva è attribuibile al middleware, che segna il passo con un tasso del -0,7%, esprimendo uno dei risultati più negativi degli ultimi anni. La restante parte della contrazione è ascrivibile al segmento del software di sistema e infrastruttura, che sta ancora traendo beneficio dall’ultimo ciclo di rinnovamento tecnologico delle piattaforme (Fig. C).

Con il ridimensionamento dei fattori esogeni che potevano incidere negativamente sullo scenario macroeconomico generale, in modo particolare il rafforzamento dell’area euro, il rientro del rischio legato al sistema paese e alcuni deboli segnali di ripresa a partire dall’ultimo trimeste 2013, IDC propone una sostanziale revisione migliorativa delle prospettive di medio termine, portando il CAGR2012-2016 a 1,2%: il comparto software riprenderà una consistenza pari ai 5 miliardi di euro non prima del 2016 (Fig. D).

Molte delle imprese del comparto software si trovano ormai da diversi anni di fronte a un crocevia. Da un lato, la necessità di inseguire le pressioni competitive internazionali che portano verso una più profonda revisione dell’offerta, con l’adozione di piattaforme di delivery cloud-based e un re-packaging delle applicazioni per la mobilità e il delivery multipiattaforma, affrontando il rischio di patire soltanto il down side della standardizzazione e ritrovandosi a competere sul branding internazionale anziché sulle competenze tecnologiche, con un sostanziale appiattimento dei margini di differenziazione.

Dall’altro, la necessità di capitalizzare sul patrimonio di esperienze progettuali e soluzioni custom che hanno consentito a diversi operatori di distinguersi e di radicarsi efficacemente sul mercato nazionale, portando a compimento le iniziative di sviluppo di nuovi prodotti attraverso il packaging delle esperienze accumulate nel corso degli anni. Sebbene si tratti di alternative non sempre inconciliabili fra loro, di fatto in molte occasioni il management aziendale rimane immobile di fronte alle opzioni disponibili, lasciando che sia il mercato a prendere la decisione finale, anziché tentare di concepire una terza strada.

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Metodologia dell’indagine

 

La Classifica Edizione 2013 delle società software e servizi IT è stata elaborata da IDC Italia con l’obiettivo di evidenziare i principali attori specializzati nella produzione software e nell’erogazione di servizi sul mercato italiano.

 

L’Edizione 2013 si compone delle parti seguenti:

  • La Classifica Top 100, che rappresenta le prime cento imprese attive sul mercato italiano focalizzate sul software e sui servizi IT, classificate in base ai risultati derivanti dalle vendite e prestazioni realizzate nel 2012 in Italia, ripartito su 5 segmenti di mercato;
  • La Classifica Followers, che rappresenta le principali trenta imprese attive sul mercato italiano focalizzato sul software e sui servizi IT, classificate in base ai risultati derivanti dalle vendite e prestazioni realizzate nel 2012 in Italia tra la 101esima e la 130esima posizione;

•      La Classifica Diversificati, che rappresenta una lista di dieci attori diversificati operanti sul mercato italiano, con core business non esclusivamente basato su software e servizi.

 

Da questa edizione, alle precedenti si aggiunge la Classifica In-House. Con l’obiettivo di espandere le capacità di rappresentazione della Classifica si è deciso di includere, seppure in misura essenziale nella forma di una lista di dieci operatori principali e in base a una definizione particolarmente stringente, le società captive/in-house, evidenziate in una distinta classifica. Per società captive/in-house si intendono le società collegate a un singolo committente, e/o a un raggruppamento/consorzio di stakeholders con il medesimo mandato (privato e/o istituzionale), che detengono più del 25% della quota azionaria e dai quali deriva oltre il 30% del fatturato complessivo (es. le Società Informatiche Pubbliche, i Centri Servizi Territoriali, Enti Strumentali delle Utilities e delle Banche, etc.). La definizione, particolarmente stringente, è funzionale in modo esclusivo a esigenze editoriali.

 

I dati classificati includono i risultati ottenuti dalle imprese in area software e servizi IT nel 2012, dove l’ambito software comprende le seguenti aree funzionali:

  • software applicativo: ex. consumer applications, collaborative applications, content applications, enterprise resource planning applications, supply chain management applications, manufacturing and engineering applications, customer relationship management applications, analytics and business intelligence software;
  • middleware: ex. application server middleware, business process middleware, application development software, data base management software, automated software quality and configuration software;
  • software di sistema: ex. operating systems, network management software, security software, data protection, recovery and storage software.

 

L’ambito servizi IT comprende IT consulting, system integration, IT outsourcing, network consulting and integration, custom application development, IS outsourcing, network and desktop outsourcing services, application management, hosted application management, hosting infrastructure services, hardware deploy and support, software deploy and support, IT education and training.

 

Ai fini della classifica 2013, non partecipano nella definizione del posizionamento i risultati riconducibili al business process outsourcing orizzontale (sono esclusi i servizi per funzioni generali come human resource, procurement, finance & accounting, customer care), i servizi di business consulting (quali, ad esempio: strategy consulting, finance & accounting consulting, GRC consulting, audit consulting, change management, organizational consulting), i risultati in ambito hardware (nei casi di appliances/device complessi caratterizzati da una stretta integrazione tra componenti hardware e software, si procede a una stima per scorporazione del valore tributabile alle diverse componenti, includendo quella software ed escludendo quella hardware).

 

L’unità di analisi di riferimento è data dalle licenze software (license revenues), i canoni di manutenzione (maintenance revenues), le formule di abbonamento (pay-per-use e subscription). Ai fini della Classifica Edizione 2013, è inclusa la stima dei risultati riconducibili alle sedi in Italia di clienti nazionali e internazionali rispetto a quanto riportato alla voce Ricavi delle Vendite e Prestazioni nel Conto Economico di Esercizio Anno 2012, qualora disponibile, ovvero in base a ricerca primaria IDC e confronto diretto con il management aziendale sui risultati conseguiti nell’anno 2012, qualora non fossero disponibili comunicazioni ufficiali al momento della valutazione. In quest’ultimo caso, nella definizione delle stime sono inclusi eventuali trasferimenti interni da capogruppo estera alla sede locale italiana non immediatamente riconducibili al conto economico in senso civilistico, ma attribuibili in base a ricerca primaria IDC e confronto diretto con il management aziendale (si rimanda alle note per eventuali approfondimenti specifici su ciascuna impresa).

 

Ai fini della Classifica Edizione 2013, oltre ai criteri qualitativi evidenziati nei paragrafi precedenti, sono stati definiti criteri di soglia quantitativa per accedere alle diverse parti della Classifica. In particolare:

  • Classifica Top 100 e Classifica Followers: i risultati stimati per software e servizi in Italia devono essere superiori a 5 milioni di euro e devono rappresentare oltre il 50% dei risultati complessivi in Italia;
  • Classifica Diversificati: i risultati stimati per software e servizi in Italia devono essere superiori a 10 milioni di euro e devono rappresentare oltre il 30% dei risultati complessivi in Italia;
  • Classifica In-House: i risultati stimati per software e servizi in Italia devono essere superiori a 50 milioni di euro e devono rappresentare oltre il 50% dei risultati complessivi in Italia. In sede di valutazione si è estesa la soglia minima a 30 milioni di euro per consolidare una lista di almeno dieci operatori.

 

Le analisi e le valutazioni si fondano su dati provenienti da diverse fonti, quali:

  1. le risposte a un questionario inviato a circa 270 attori dello scenario competitivo italiano fra maggio e luglio 2013 (redemption rate 36,6%);
  2. il confronto diretto con il management aziendale (con figure di riferimento diverse, dalle funzioni di staff fino al C-level/ proprietà);
  3. la stima, il confronto e la verifica su oltre 160 bilanci ufficiali disponibili presso il sistema informativo delle Camere di commercio;
  4. la collazione di fonti di ricerca secondaria (press release, interviste ufficiali, articoli, etc) con le informazioni ufficialmente disponibili.

 

Il processo di valutazione nel suo complesso ha condotto a produrre stime ordinate su tre livelli di accuratezza:

–        S1: stime basate su comunicazioni ufficiali – il questionario oppure confronto diretto con il management aziendale – che hanno trovato un confronto diretto o indiretto attraverso i bilanci pubblicamente disponibili;

–        S2: stime basate su rielaborazione di dati ufficiali e/o non verificabili attraverso i bilanci ufficiali, nei casi in cui la compilazione del questionario non era completa, oppure non era disponibile un bilancio ufficiale, e non era possibile trarre un confronto immediato con il management per ragioni di policy aziendale;

–        S3: stime basate su valutazioni indipendenti di IDC, derivanti da elaborazioni bottom-up dei dati di bilancio, qualora disponibili, oppure ipotesi top-down in base alla visione complessiva del mercato secondo IDC.

 

La comparazione della classifica con gli anni precedenti richiede particolare attenzione. Sebbene i criteri di valutazione rimangano quanto più possibile stabili nel corso del tempo, di anno in anno l’attività di scouting porta a integrare continuamente la lista degli operatori locali, con un impatto sistematico sulle posizioni in classifica. Inoltre si ricorda che nel corso degli anni, frequenti fenomeni di consolidamento, acquisizione, cessazione e fusione di imprese incidono sostanzialmente sulla comparabilità dei dati tra edizioni diverse. Un ultimo fattore che influenza in modo significativo il confronto fra edizioni è dato dalla qualità dei dati e delle stime: le stime vengono aggiornate in modo retrospettivo ogni anno qualora si rendono disponibili nuove informazioni, come bilanci, questionari, contatti aziendali, etc., con l’obiettivo di migliorare la precisione delle stime, riducendo al minimo gli errori derivanti da valutazioni esterne.