L’Unione Europea salva le api bandendo i pesticidi neonicotinoidi

La Commissione europea ha proposto agli stati membri di restringere l’uso dei pesticidi neonicotinoidi per fermare la moria di api nel Continente

L’Unione Europea sta interpellando gli stati membri sulla possibilità di fermare per due anni l’utilizzo di pesticidi neonicotinoidi, utilizzati nelle colture di girasoli, mais, cotone e semi di colza. Questi prodotti chimici infatti hanno contribuito al calo della popolazione di api nel Vecchio Continente. Le stime sulla sopravvivenza di questi insetti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sono state definite “inquietanti” dai membri della Commissione. Nel 2013 le restrizioni all’uso dei neonicotinoidi potrebbero non riguardare il mais a meno che i Governi europei non decidano altrimenti.

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Il progetto dovrebbe partire a marzo

Il portavoce del commissario per la salute Frederic Vincent, ha illustrato la situazione: “Stiamo chiedendo agli stati membri di sospendere per due anni l’uso di questi pesticidi per le colture che attraggono le api. Speriamo che il regolamento possa essere adottato prima di marzo”. Lo stesso commissario Tonio Borg è poi intervenuto sull’argomento: “La tutela della salute della popolazione delle api in Europa è di grande importanza non solo per il settore agricolo, ma anche per l’eco-sistema e l’ambiente nel suo complesso. Ecco perché nel maggio 2012, la Commissione ha chiesto all’Efsa di effettuare una revisione della valutazione scientifica del rischio sull’effetto di questi pesticidi sulla diminuzione della popolazione delle api – ha spiegato Borg – . Ora dobbiamo valutare attentamente tutte le opzioni politiche che sono disponibili prima di portare avanti proposte legislative e armonizzate”. 

L’importanza delle api

Tutti conoscono la massima attribuita al grande fisico Albert Einstein: “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”. Niente di più vero. Questi piccoli insetti impollinano il 50% dei fiori garantendo così la riproduzione della metà delle piante della Terra. Niente frutta vuol dire fine della vita vegetale, cosa che avrebbe ovvie ripercussioni sulla vita sul Pianeta. Fortunatamente i vertici europei hanno colto il messaggio lanciato da Einstein.    

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