Inquinamento: Cala il PM10 in città ma non per il riscaldamento domestico

L’ultimo report dell’Istituto superiore della protezione e ricerca ambientale afferma che i livelli di PM10 nelle aree urbane sono diminuiti del 37% in dieci anni

L’Istituto superiore della protezione e ricerca ambientale (Ispra) ha presentato a Roma il IX Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano. Dal 2000 al 2010 i livelli di PM10 sono diminuiti del 37% a livello nazionale. I valori limite, compresi quelli di biossido di azoto, continuano comunque ad essere superati nelle città del Centro-Nord e in Campania e Sicilia.

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Il riscaldamento domestico è un problema

I maggiori livelli di PM10 sono stati registrati a Roma, Taranto, Milano, Napoli e Torino mentre quelli più bassi a Aosta e Campobasso. I maggiori produttori di polveri sottili sono il trasporto su strada (31%) e il riscaldamento domiciliare (37%), che ha visto aumentare le sue emissioni del 33% nell’arco di 10 anni. Solo a Roma le automobili hanno raggiunto una percentuale di produzione di PM10 superiore di particolato (56%).

“Un elemento che emerge dal Rapporto – ha sottolineato Silvia Brini dell’Ispra – è che il parco veicolare è diminuito nei principali capoluoghi regionali mentre è aumentato nelle piccole città. A Roma le auto sono continuate ad aumentare, +3%. E proprio le autovetture sono responsabili delle emissioni di polveri sottili nell’area urbana”.

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