Nel 2011 era arrivata l’intesa con la Federal Trade Commission per bloccare l’utilizzo dei dati personali degli utenti senza permesso. Ora Zuckerberg vorrebbe mandare tutto all’aria
Le maggiori organizzazioni che tutelano la privacy negli Stati Uniti hanno inviato una lettera congiunta a politici e legislatori per chiedere a Facebook di modificare alcuni punti delle politiche da adottare sulla piattaforma. L’Electronic Privacy Information Center, il Center for Digital Democracy, il Consumer Watchdog, il Patient Privacy Rights, l’U.S. PIRG e il Privacy Rights Clearinghouse affermano che Facebook viola l’accordo della Federal Trade Commission firmato nel 2011.
La modifica di Facebook
Tutto nasce dalla proposta di alcune modifiche che Facebook vorrebbe apportare presto sul sito rispetto alla politica di utilizzo dei dati e all’accordo sui diritti e responsabilità degli iscritti come parte di un accordo che è scaturito a seguito di una class-action. In pratica il social network all’interno del nuovo accordo che fa firmare agli utenti afferma di avere il diritto di utilizzare le informazioni e le immagini dei singoli profili degli iscritti per sviluppare campagne pubblicitarie da proporre agli amici senza chiedere il consenso degli interessati. Secondo le sei associazioni statunitensi Facebook in questo modo violerebbe l’accordo stipulato con la Federal Trade Commission nel 2011 in cui accettava di non condividere le informazioni dei suoi utenti senza chiedere ogni volta il permesso in modo esplicito.
Minori a rischio
Fari puntanti anche su un altro punto del nuovo accordo che Facebook propone agli utenti. Dando il loro consenso alle politiche di privacy, i minori di 18 anni dichiarano che anche i loro genitori sono concordi con quanto firmato e quindi con la fornitura dei dati personali per scopo pubblicitario. Su tale questione il gruppo per la privacy è ancora più duro: “Viene meno la procedura che riconosce i minorenni come gruppo sociale sensibile che necessita di protezione”.