Il gruppo che riunisce grandi aziende come Microsoft, Expedia, TripAdvisor, Nokia e Oracle chiede all’UE di prendere iniziative contro Big G, rea di usare Android per “ingannare i clienti, monopolizzare il mercato e acquisire i dati degli utenti”
Tutti contro Google. Nel Vecchio Continente la società di Mountain View è stata chiamata in causa in merito alla sicurezza dei dati degli utenti da 27 Garanti della privacy di altrettanti Paesi membri dell’Unione Europea, che ora si sono decisi a prendere provvedimenti. Per non parlare del fatto che molti Governi europei ritengono che Big G non paghi le dovute tasse. Ora è il consorzio FairSearch, che riunisce grandi aziende come Microsoft, Expedia, TripAdvisor, Nokia, Oracle a chiedere all’UE di fermare il furto di dati da parte di Google attraverso Android.
Le accuse
In una lettera scritta dai legali di FairSeach si accusa Google di imporre agli utenti l’utilizzo dei propri servizi installandoli di default nelle app presenti su tutti i dispositivi Android. Secondo la sigla, il sistema operativo di Big G è usato come un “un cavallo di troia per ingannare i clienti, monopolizzare il mercato e acquisire i dati degli utenti”. Nel 2010 l’Antitrust europeo si era già interessato a Mountain View, ma in merito alle sue pratiche di ricerca. Secondo il vicepresidente della Commissione europea, Jaquín Almunia, Google si è dimostrato disponibile a fugare ogni dubbio sul suo motore di ricerca e a come promuove i propri servizi.
Nel luglio del 2012 un’altra sigla che raccoglie una sessantina di aziende, l’Initiative for a Competitive Online Marketplace, aveva mosso le stesse accuse e sottolineava come Google dovesse adeguarsi alle normative europee nell’ambito della concorrenza.
Google e i dati utente
Il rapporto poco trasparente fra Google e i dati degli utenti è stato sottolineato in numerose occasioni. Google è stata multata di 7 milioni di dollari per il furto di informazioni personali attraverso Street View ed è sotto l’occhio vigile della Federal Trade Commission per il sistema di pagamento di Google Wallet che immagazzina i dati dei compratori senza avvertirli. Infine, Microsoft ha più volte accusato Big G di un comportamento scorretto, in particolare per quanto riguarda Gmail e la sezione Shopping del suo motore di ricerca.